Operazione «The town», 11 i provvedimenti di custodia cautelare in carcere

I carabinieri della Compagnia di Maglie hanno eseguito ieri 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti malviventi che hanno messo a segno numerose rapine. Tre gli arrestati in flagranza di reato.

E’ la banda di quelli che non scherzano”, così dal copione del film “The Town”, una pellicola d’oltreoceano che racconta la storia di un manipolo di criminali che, mediante violenze inaudite, mettono a segno una rapina dietro l’altra. Emulandone i protagonisti, un gruppo di giovani salentini sono stati gli autori di una serie di rapine nel basso Salento, ma, così come nel film americano, non sono scampati alla Giustizia.

Ieri, infatti, dalle 4 del mattino la Compagnia di Maglie ha eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce, dott.ssa Casciaro, richieste dal p.m., dott.ssa Miglietta, a carico di 9 persone – di cui 5 già detenuti e 4 liberi – facenti parte di un’associazione a delinquere finalizzata a commettere una pluralità di delitti quali rapine, furti, cessione, trasporto e detenzione di cocaina e marijuana, con l’aggravante di utilizzare armi, oltre ad altri reati quali danneggiamenti e lesioni. L’episodio più significativo contestato, da cui è partita tutta l’indagine, è la tentata rapina a mano armata del 2 aprile scorso, consumata a Carpignano Salentino ai danni dell’ufficio postale, e culminata con l’arresto di Giuseppe Stasi, Daniele Marra e Antonio Rollo.

Da Carpignano Salentino a Muro Leccese, da Spongano a Collepasso, a Scorrano: tanti gli episodi criminali che si sono ripetuti da agosto 2011 fino al 2 aprile 2012.

Tutte le ordinanze sono state eseguite nei confronti di soggetti nati e cresciuti insieme a Ruffano. Le operazioni hanno visto l’ausilio del Nucleo Elicotteri, di due unità cinofile e delle Compagnie di Tricase, Casarano, Gallipoli e Lecce, per un totale di 85 militari e 32 autovetture.

Ad essere raggiunti, quindi, dalle ordinanze di custodia cautelare in carcere: Giuseppe Stasi , 23 anni; Daniele Mario Marra , 25 anni; Antonio Rollo , 24 anni; Martino Stasi , 21 anni; Vito William Gravante , 31 anni; Alberto Vincenti , 21 anni; Giuseppe Castelluzzo , 31 anni; Marco Sabato, 23 anni; Carlo Chiarillo, 23 anni.

I fatti, imputati agli arrestati vanno, a vario titolo, dalla rapina a mano armata ai danni del Supermercato “DOK” di Spongano lo scorso 16 marzo dove un cliente è stato addirittura raggiunto alla mandibola dal calcio di un fucile, alla rapina a mano armata ai danni della Tabaccheria STICCHI di Scorrano il 15 marzo 2012, alla rapina a mano armata ai danni della Tabaccheria MANGIA di Collepasso. E ancora, è da imputare ai giovani malviventi la rapina avvenuta ai danni del Supermercato “Carrefour” di Muro Leccese in data 23 marzo 2012.

Insomma, un’ escalation di atti violenti, conditi dal gesto di appiccare fuoco alle auto utilizzate nel corso dei reati e, non ultimo, dalla detenzione di droga.

L’intera indagine trae origine dalla tentata rapina avvenuta la mattina del 2 aprile 2012 a Carpignano Salentino presso il locale ufficio postale quando Daniele Mario Marra venne arrestato in flagranza di reato dalle pattuglie delle Stazioni Carabinieri di Martano e di Otranto; successivamente, ottenute le descrizioni somatiche e  fisiche e l’abbigliamento di altri due giovani che si erano dati alla fuga, una pattuglia del Comando Stazione Carabinieri di Melendugno, intercettò l’autovettura ricercata e furono sottoposti da parte del Nucleo Operativo di Maglie a fermo di indiziato di delitto Antonio Rollo e Giuseppe Stasi. 

Alla base dell’attività del Nucleo Operativo di Maglie vi erano alcuni particolari che facevano presumere che in gran parte delle rapine gli autori fossero sempre gli stessi. Emergeva, infatti che il numero dei soggetti che prendeva parte alle azioni delittuose, era sempre di “tre”, travisati con cappucci di fortuna, ricavati dalle maniche di maglioni, armati spesso di “fucile a canne mozze”. Anche il modus operandi della fuga era sempre lo stesso : i rapinatori, dopo la rapina, abbandonato il veicolo usato, continuavano la fuga a bordo di un’altra autovettura.

L’attività d’indagine del Nucleo Operativo di Maglie ha permesso di appurare non solo l’esistenza di un’organizzazione delinquenziale dedita alla consumazione di rapine, in particolare ai danni di attività commerciali, ma anche  che i proventi di quei delitti erano finalizzati al sostegno delle spese per l’approvvigionamento di cocaina e marijuana allo scopo di spaccio. 

Nel corso delle intercettazioni è emerso chiaramente come Giuseppe Stasi, capo del gruppo, approfittasse del suo stato detentivo per stringere nuove e più importanti alleanze con la malavita leccese, già operante nel settore degli stupefacenti e delle rapine, accettandone anche la “protezione” all’interno del carcere. Per di più, utilizzava il fratello Martino per portare a termine materialmente gli illeciti accordi che gli avrebbero permesso di continuare a reperire notevoli  somme di denaro che gli sarebbero servite anche per il suo mantenimento in carcere.
Un sodalizio che prevedeva un’organizzazione a puntino, nella quale ognuno aveva il suo ruolo ben specifico.

Altra caratteristica fondamentale del sodalizio era la violenza, non solo utilizzata per mettere a segno le rapine, ma nel comportamento dei soggetti.
Durante l’esecuzione delle ordinanze sono stati perquisiti altri 13 indagati. Nel corso delle attività sono stati rinvenuti dai militari operanti: nella disponibilità di Martino  Stasi due involucri di cocaina per complessivi 9 grammi, 1 bilancino di precisione, 2 ricetrasmittenti, materiale vario per il confezionamento e documentazione utile per l’indagine; nella disponibilità di Marco De Vitis un involucro con 7,4 gr. Cocaina, 55 gr. Sostanza da taglio, materiale per confezionamento dosi e un coltello; a Cristian Lato un involucro con 3,5 gr. di cocaina, 3 bilancini di precisione, materiale vario per il confezionamento e una autovettura BMW 530 oggetto furto in Corsano il 29.12.12 completamente smontata e priva motore. Tutti, pertanto, sono stati tratti arresto flagranza reato di detenzione ai fini di spaccio di cocaina.

Particolare rilevante per far capire l’attenzione dei soggetti nei colpi, è data dal fatto che non portavano al seguito i cellulari e se ciò accadeva, venivano repentinamente spenti, provvedendo anche al distacco della batteria.  Non solo, Giuseppe Stasi, nel corso di una conversazione telefonica, spiega al fratello ed al padre uno stratagemma creato per avere un alibi mediante la sua utenza cellulare, avendola appositamente lasciata presso la sua abitazione  impostata per  l’invio di due messaggi che dovevano partire a distanza di 5 minuti uno dall’altro, dalle ore 09:00 del 02.04.2012, verso l’utenza della sua fidanzata. Il tutto per crearsi l'alibi.



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