Invalsi 2019: male il Sud, la Puglia regge ma è marcato il divario con le scuole settentrionali

I risultati delle prove standardizzate confermano il divario tra Nord e Sud: Campania, Calabria e Sicilia insufficienti. La Puglia si sottrae al vortice meridionale, ma è ancora ampia la forbice che separa le scuole del Mezzogiorno dal resto d’Italia.

La fotografia scattata dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione restituisce un’immagine nebulosa della scuola italiana: l’istruzione al Sud resta un’emergenza e il divario che separa il Mezzogiorno dalle scuole settentrionali è ben riassunto dal commento del direttore dell’Invalsi che, a margine dell’esito delle prove, afferma: “In alcune aree l’impreparazione è tale che è come se un terzo degli studenti non avesse mai frequentato la scuola”. Quest’anno le prove di valutazione sono state somministrate anche agli alunni in odore di maturità, aggiuntisi agli studenti di secondo superiore, di terza media e di seconda e quinta elementare. I risultati hanno mostrato che alla fine del percorso solo due studenti su tre posseggono le competenze di base richieste dai programmi scolastici e in alcune regioni meridionali le zone d’ombra sono talmente tanto fitte che i risultati delle prove possono solo illuminare le lacune. In Campania, Calabria e Sicilia emerge un lassismo culturale che allarga la forbice tra il Mezzogiorno e le regioni del Nord, con un divario presente in forma embrionale già alle elementari ma in grado di ampliarsi alle medie sino a raggiungere ampiezze abissali al termine delle superiori, dove metà dei ragazzi arrivano con l’insufficienza in italiano e matematica. Sono proprio le materie scientifiche a destare maggiori problemi: sul territorio nazionale solo il 58.3% possono considerarsi promossi, mentre è drammatica la situazione in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna dove il 60% degli studenti non è sufficiente.

Non bene la Puglia, dove si registra un numero di impreparati vicino al 50%.

Dati preoccupanti emergono anche nelle prove di italiano: la media nazionale delle insufficienze gravi si assesta intorno al 12%, ma raggiunge numeri emergenziali in Calabria, dove supera il 25%, in Campania e in Sicilia, dove si sorpassa la soglia del 20% alla quale si avvicina anche la Puglia, ferma intorno al 18%. I ritardi sono ancor più eclatanti nelle lingue straniere, settore in cui si registra un tonfo dell’intera scuola italiana.

Allarme rosso al Sud, dove in regioni quali la Calabria 7 maturandi su 10 non riescono a leggere l’inglese, mentre in Sicilia l’85% non lo comprende. Il dato nazionale attesta che la metà degli studenti non raggiunge il livello richiesto dai parametri europei: quasi l’80% degli studenti pugliesi non raggiunge il livello B1, mentre il B2 è raggiunto appena dal 20%, contro il 60% della provincia autonoma di Bolzano e i numeri più confortanti di Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e la provincia autonoma di Trento che superano la soglia del 50%. Male Calabria e Sicilia, ferme al 12%. Da una lettura complessiva emerge una profonda frattura tra le scuole settentrionali e gli istituti del Mezzogiorno. In Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia si registrano dati notevolmente inferiori rispetto alla media nazionale, mentre la Puglia e la Basilicata si sottraggono al vortice che risucchia il meridione, malgrado la polarizzazione tra le regioni centro-settentrionali e quelle meridionali-insulari resti ancora decisamente elevata.



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