Pubblicata la relazione della Dia, nel Salento i clan storici continuano a esercitare il controllo del territorio

È questo quanto emerge, dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia, relativa al all’intero anno 2024

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Il Salento, con la provincia di Lecce, resta appannaggio della Sacra Corona Unita.

È questo quanto emerge, dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia, relativa al all’intero anno 2024

I clan attivi in provincia

Nella città di Lecce il clan Briganti, attivo anche in alcuni comuni della provincia, opera in particolare nel traffico internazionale degli stupefacenti e nel settore dei reati predatori.

Il gruppo Pepe-Penza, attivo anch’esso nel comune di Lecce e con diramazioni in altri comuni della provincia, opera soprattutto nel traffico internazionale degli stupefacenti e nel settore delle estorsioni. Il gruppo è stato duramente colpito dagli esiti della recente operazione “Ultima fermata”.

Anche il clan Tornese, egemone a Monteroni di Lecce, denota influenze in molti altri comuni della provincia, attraverso le frange Politi, Rizzo e Nocera. treprovvedimenti di prevenzione collaborativa sono stati emessi nei confronti di altrettante società del settore alberghiero riconducibili a un soggetto contiguo alla frangia Politi. Indebolito negli scorsi anni da inchieste giudiziarie e da una frattura interna che ha portato alla nascita di una “costola” autonoma, il clan Tornese continuerebbe ad essere operativo, dedicandosi prevalentemente al traffico di stupefacenti, anche su scala internazionale, e alle estorsioni. Il clan mantiene legami con la ‘ndrangheta, la camorra e la criminalità organizzata albanese ed è particolarmente dedito al riciclaggio di capitali illeciti in molteplici attività imprenditoriali site nel Salento, anche grazie a significative connivenze locali.

Il clan Padovano, attivo a Gallipoli, farebbe anch’esso riferimento al clan Tornese.

Altri gruppi mafiosi operanti nella provincia sono: il clan De Tommasi, a cui fa riferimento il gruppo Pellegrino; il clan Coluccia, articolato su base familiare e attivo in diversi comuni della provincia, che manifesta interesse nel settore edile, come dimostra l’interdittiva antimafia adottata nei confronti di una società il cui legale rappresentante è ritenuto contiguo al clan; il clan Troisi; il clan Scarlino; il gruppo Rizzo e la famiglia De Matteis, organizzati su base familiare; la famiglia De Paola; il clan Leo; il clan Giannelli; il clan Amato, il clan Durante.

Le operazioni in provincia

Gli interessi della ‘ndrangheta nella provincia sono dimostrati dai 6 provvedimenti interdittivi e di gestione straordinaria ex art. 32 del D.L. 90/2014 adottati nei confronti di società attive in vari settori dell’economia legale (alberghi, lavori di scavo e movimento terra, costruzioni edili ed aziende vitivinicole) risultate infiltrate o comunque riconducibili, direttamente o indirettamente alla ‘ndrina Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto in provincia di Crotone.

Il 2 gennaio 2024, a Corigliano d’Otranto la Polizia di Stato ha tratto in arresto un pregiudicato affiliato al clan Coluccia, responsabile dei reati di associazione mafiosa, estorsione e rapina aggravata.

Il 26 gennaio 2024, a Carmiano, i Carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo1041 nei confronti di 3 soggetti (padre, madre e figlia). Il provvedimento cautelare, originato dalle investigazioni patrimoniali eseguite nell’ambito dell’indagine “Stealth”, ha riguardato alcuni rapporti finanziari, un fabbricato e due autovetture di grossa cilindrata, per un valore di circa 1,2 milioni di euro.

Il 27 febbraio 2024, a Taurisano, nell’ambito dell’operazione “Easy bonus”, la Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio e fraudolenta percezione di erogazioni pubbliche. Le indagini hanno permesso di rilevare alcune cessioni di crediti d’imposta derivanti da fittizi interventi edilizi per rimborsi fiscali, con proventi illeciti riciclati all’estero.

Il 2 marzo 2024, a Casarano è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco un pluripregiudicato legato ad una delle due fazioni locali della Sacra Corona Unita, originariamente alleate. Le successive indagini, condotte dai Carabinieri, hanno permesso di individuare e arrestare l’autore del delitto, verosimilmente appartenente alla fazione contrapposta.

Il 7 marzo 2024, a Casarano, Ugento, Lecce e San Donaci, nell’ambito dell’operazione “Fortezza”, i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelarenei confronti di 13 soggetti ritenuti di far parte di due contrapposti gruppi criminali, aventi disponibilità di armi e munizioni, dedite allo spaccio di stupefacenti e attive nella zona di Casarano.

Il 12 marzo 2024, a Lecce, nell’ambito dell’operazione “Bulgaria”, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 soggetti (20 di nazionalità bulgara e 1 italiano) accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù.

Il 4 giugno 2024, a Veglie, la Dia ha eseguito il decreto di confisca definitivo1046 dei beni immobili e di una rivendita di tabacchi per un valore complessivo stimato in oltre 2 milioni di euro, nei confronti di un noto pregiudicato, arrestato per un furto a un caveau di un istituto di credito leccese avvenuto nel novembre 2018.

Il 29 luglio 2024, in Lecce, la Polizia di Stato ha arrestato un pregiudicato affiliato al clan Briganti per espiazione di pena.