Trovato positivo all’assunzione di cannabinoidi, gli viene ritirata la patente. Il Giudice gliela restituisce

Secondo il magistrato, anche se erano rimaste tracce nel sangue, non si è potuto stabilire quando lo stupefacente fosse stato assunto

Viene trovato alla guida positivo alla cannabis e la patente gli viene sospesa per 18 mesi, ma il Giudice dichiara illegittimo il verbale e restituisce il documento di guida al conducente.

È quanto accaduto a un ragazzo rimasto coinvolto in un grave sinistro stradale.

Giunti sul posto del sinistro, i Carabinieri hanno provveduto a sottoporre ai test di rito il conducente, nel frattempo trasportato in codice rosso in ospedale.

In seguito agli accertamenti lo stesso è risultato positivo all’uso di cannabinoidi e, pertanto, gli è stata comminata una sanzione ex art. 187 del Codice della Strada e la patente sospesa per 18 mesi.

Il provvedimento è stato impugnato innanzi al Giudice di Pace. di Lecce che, sposando la tesi difensiva degli avvocati Giovanni Ianne e Daniele Montinaro ha rilevato come l’accertamento fosse nullo in quanto il presunto colpevole al primo esame diagnostico appena giunto presso il nosocomio è risultato essere vigile e collaborante.

Dall’esame dell’art. 187, comma 1 e 2 del C.d.S., la contestazione mossa non era quella di chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, bensì quella di chi conduce il mezzo in stato d’alterazione psico-fisica determinato da tale assunzione; i test, difatti non hanno permesso di stabilire il fattore temporale dell’utilizzo dello stupefacente, in quanto la positività dell’analisi fornisce piena prova di un uso pregresso e non anche del mantenimento del loro effetto al momento della guida, alla luce del dato scientifico secondo cui, diverse ore dopo, le sostanze si trasformano in metaboliti inattivi, permanendo nel sangue tracce anche molte ore dopo l’assunzione, quando l’effetto stupefacente è cessato.

Sposando tale indicazione difensiva, pertanto il il Giudice di Pace Rochira con sentenza del 22.03.23 n°3185/23, ha provveduto ad annullare il provvedimento di sospensione della patente e a disporre la restituzione della stessa al conducente.

Linea difensiva sposata anche dal Giudice delle indagini preliminari Anna Paola Capano, che con sentenza del 18.07.23 n°786/23, sempre per quel che concerne la medesima vicenda, ha dichiarato il non doversi procedere per la contravvenzione di cui all’art. 187 del Codice della Strada,  in quanto il fatto non sussiste non potendosi dimostrare che il soggetto agente si sia posto alla guida in stato di alterazione psicofisica causato dall’assunzione della droga.