Reintegrato nell’azienda che dovrà anche corrispondere un’indennità risarcitoria fino a 12 mensilità.
Nelle scorse ore, il giudice del lavoro Amato Carbone ha emesso la sentenza dopo il ricorso del dipendente Damiano Trianni Scigliuzzo contro la Gialplast, attraverso l’avvocato Speranza Faenza.
L’azienda aveva licenziato il lavoratore qualificandolo come “penalmente controindicato”. Sulla scorta della risultanza di alcune contribuzioni Inps riconducibili ad una società nell’orbita del clan Padovano.
La decisione dell’azienda è difatti maturata dopo l’interdittiva antimafia, a suo carico, emessa dalla Prefettura di Lecce, nel marzo del 2019.
Il giudice sostiene però che “il licenziamento in esame non pare sorretto da un giustificato motivo oggettivo, in quanto vi è prova evidente della insussistenza del fatto posto a fondamento del licenziamento”.