Dopo l’accoglimento dell’istanza presentata dalla difesa, tornerà al vaglio dei giudici la decisione sui domiciliari per motivi di salute in favore di Michele Aportone, 73enne di San Donaci. Parliamo del presunto killer condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per l’omicidio dell’ex carabiniere Silvano Nestola.
Gli “ermellini”, nelle scorse ore, hanno disposto l’annullamento con rinvio dinanzi ai giudici della prima sezione penale, dopo il ricorso presentato dagli avvocati Francesca Conte e Ladislao Massari contro il pronunciamento del Tribunale del Riesame che non concesse la misura degli arresti domiciliari. Secondo quanto sostenuto dai legali di Aportone, le sue condizioni di salute non sarebbero compatibili col regime carcerario. La Camera di Consiglio è fissata per il 9 ottobre.
Va detto che nel luglio scorso, la Corte d’Assise d’Appello ha confermato la condanna di primo grado all’ergastolo con l’isolamento diurno per 1 anno per Michele Aportone, il presunto killer dell’ex carabiniere Silvano Nestola, assassinato fuori dalla casa della sorella, con quattro colpi di fucile, la sera del 3 maggio del 2021 a Copertino, dinanzi al figlio piccolo. I giudici hanno inflitto il massimo della pena a Michele Aportone, 73enne di San Donaci, disponendo come in primo grado l’isolamento diurno per 1 anno, per omicidio volontario, aggravatodalla premeditazione e dai motivi abietti e futili e detenzione illegale di arma da fuoco. Confermato il verdetto di primo grado della Corte d’Assise di Lecce che prevedeva anche il pagamento di una provvisionale di 50mila euro per le parti civili.
Invece, i legali di Aportone avevano chiesto l’assoluzione per l’imputato e potranno fare ricorso in Cassazione.
Le indagini si sono avvalse delle immagini di videosorveglianza. Nel corso dell’inchiesta coordinata dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina e condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, è emerso che Silvano Nestola dopo essersi separato dalla moglie aveva iniziato una relazione con la figlia di Michele Aportone (anche lei separata), ma tale rapporto era fortemente osteggiato da Aportone e da sua moglie. Va detto che la madre di Elisabetta era stata inizialmente iscritta nel registro degli indagati per omicidio, ma la sua posizione è stata archiviata da diverso tempo.