Rifiuti tossici sepolti in Puglia, supervertice a porte chiuse questa mattina in Procura. “Non corriamo dietro ai fantasmi” aveva dichiarato il Procuratore capo di Lecce Cataldo Motta, ma a prendere parte al tavolo di oggi è stata una vera e propria task force di esperti. Al termine, il verdetto: non ci sarà alcuna inchiesta. Confermata la linea della Procura leccese.
Dopo l’indagine barese, nel cui fascicolo, per ora, non compaiono reati né indagati, la Procura di Lecce convoca un maxi tavolo per far luce sulla vicenda che ha allarmato l'intero territorio, paventando l'ipotesi che i tumori diffusi negli ultimi anni siano la conseguenza dell'interramento di rifiuti tossici, avvenuto vent'anni fa, ad opera del Clan dei Casalesi.
Dopo le dichiarazioni shock dell’ex boss della Camora Carmine Schiavone – cugino di “Sandokan” – ora collaboratore di giustizia, il Procuratore Capo di Lecce Cataldo Motta aveva dichiarato con fermezza che nessuna indagine sarebbe stata avviata, scatenando un putiferio mediatico, con associazioni di cittadini e gruppi sul web nati per chiedere l’apertura dell’inchiesta. In particolare, la mobilitazione è partita dai cittadini di Casarano, promotori di una petizione sulla nota comunità online di campagne per il cambiamento, avaaz.org. Più di cinquemila, invece, gli iscritti al gruppo "Esigiamo la bonifica dei terreni contaminati dai rifiuti tossici a casarano", fra cui numerose personalità del panorama politico locale. “Non corriamo dietro ai fantasmi, non lo abbiamo mai fatto e di certo non lo faremo ora” aveva spiegato lapidario Motta, ma a prendere parte al tavolo di oggi è stata una vera e propria task force di esperti.
Seduti, affianco al Procuratore Capo, gli esperti in materia di reati ambientali: il Procuratore aggiunto Ennio Cillo con il sostituto Elsa Valeria Mignone, il Procuratore generale Giuseppe Vignola, il Procuratore di Brindisi e l’avvocato distrettuale del distaccamento di Taranto.
Al termine della task force il verdetto è chiaro: a Lecce non sarà aperta un' inchiesta per le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, così come già affermato dalla Procura salentina nei giorni scorsi. La fumata nera arriva dalla Procura generale con le Procure distrettuali di Lecce, Brindisi e Taranto,. ''La stessa Commissione parlamentare – rileva una nota del Procuratore generale, Giuseppe Vignola – aveva ritenuto irrilevante l'unica indicazione fornita'' con un generico riferimento al Salento.