I genitori di Daniele De Santis non vogliono ricevere denaro da Antonio De Marco. E nel caso in cui venga disposto il risarcimento del danno in loro favore, la somma stabilita verrà devoluta in beneficienza.
È la volontà espressa dal padre e dalla madre dell’arbitro di calcio, ucciso a coltellate assieme alla fidanzata, il 21 settembre scorso in via Montello, dal 21enne studente di scienze infermieristiche, di Casarano.
I genitori di Daniele De Santis sono assistiti dall’avvocato Mario Fazzini. Invece, le sorelle sono difese dall’avvocato Renata Minafra. E si costituiranno parte civile nel corso della prima udienza del processo, il 18 febbraio, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise (Presidente Pietro Baffa, a latere Francesca Mariano e giudici popolari), presso l’aula bunker di Borgo San Nicola. Così come, la madre di Eleonora, assistita dall’avvocato Francesco Spagnolo: il padre, difeso dall’avvocato Luca Piri; lo zio, con il legale Stefano Miglietta; la nonna attraverso l’avvocato Fiorella d’Ettorre.
Intanto, le parti interessate al processo, hanno presentato la propria lista testi. Per la pubblica accusa verranno sentiti gli investigatori, i consulenti e i vari testimoni. Per le parti civili, verrano ascoltati gli amici, i vicini di casa ed i parenti.
La difesa di De Marco, rappresentata dagli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario, dovrebbe reiterare la richiesta di perizia psichiatrica per il 21enne di Casarano, sulla scorta della conclusioni a cui sono giunti i periti Elio Serra e Felice Carabellese.
Ricordiamo che in precedenza, il gip Michele Toriello ha, invece, rigettato l’istanza di perizia psichiatrica, nell’ambito dell’incidente probatorio, avanzata dalla difesa.
Antonio De Marco, l’assassino dell’arbitro di calcio, Daniele De Santis e della fidanzata, Eleonora Manta è finito sotto processo dopo il decreto decreto di giudizio immediato emesso dal gip Michele Toriello su istanza avanzata dal pm Maria Consolata Moschettini.
Il 21enne, studente di scienze infermieristiche di Casarano, risponde di duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dall’aver agito con crudeltà e porto abusivo d’arma bianca.
L’inchiesta
L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore capo Leonardo Leone de Castris e dal sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini, assieme ai procuratori aggiunti Elsa Valeria Mignone e Guglielmo Cataldi. Nelle carte dell’inchiesta sono confluite le conclusioni del medico legale Roberto Vaglio che, al termine dell’autopsia, rilevò le tracce di oltre settanta coltellate sui corpi di Eleonora e Daniele.
E poi, la relazione sui reperti biologici raccolti dai Ris di Roma, sul luogo del delitto, tra cui i famosi cinque bigliettini con i quali De Marco aveva pianificato le varie fasi dell’omicidio. Legarli, torturarli, ammazzarli, ripulire, lasciare una scritta sul muro con il sangue delle vittime: era questo il piano che sarebbe dovuto durare un’ora e mezzo.
Antonio De Marco, 21enne di Casarano, venne arrestato il 28 settembre scorso dai Carabinieri di Lecce ad una settimana di distanza dal ritrovamento dei cadaveri di Eleonora e Daniele in via Montello. E confessò l’omicidio prima dinanzi agli inquirenti e poi davanti al gip nel corso del l’interrogatorio dal carcere di Borgo San Nicola, affermando che la coppia era troppo felice.
