Il MoVimento 5 stelle ci ripensa e fa dietrofront, ritirata l’interrogazione nei confronti di Elsa Valeria Mignone

A renderlo noto un comunicato stampa ufficiale a firma dei parlamentari Salentini. “Non c’è alcun attacco alla magistratura. Prezioso il suo lavoro”.

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“Riteniamo doveroso chiarire che non c’è alcun attacco alla magistratura, tanto più a quei coraggiosi esponenti come la dottoressa Mignone che per la grande professionalità e indipendenza con cui svolgono il loro gravoso incarico, hanno tutto il nostro rispetto.  Il M5S crede nel principio di separazione dei poteri sancito dalla carta costituzionale e difende l’autonomia della magistratura”, firmato i parlamentari salentini del Movimento Cinque Stelle.

“La notte porta a più miti consigli”, recita un vecchio adagio popolare ma, in questo caso, di notti ne sono trascorse due per prendere la decisione di ritirare l’interrogazione presentata da alcuni senatori pentastellati ai ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Ambiente e della Tutela del territorio circa un immobile a Porto Cesareo del Procuratore Aggiunto di Lecce Elsa Valeria Mignone.

“È evidente – proseguono i grillini – che l’interrogazione posta in assoluta buona fede da alcuni colleghi senatori, potesse prestarsi a speculazioni inopportune e pertanto è stata ritirata”.

I fatti

Il magistrato è proprietaria di un’abitazione che si affaccia sul litorale di Porto Cesareo. Una parte del fabbricato in località Scalo di Furno-Bacino grande, un sito archeologico di grande pregio ambientale sottoposto a vincolo di inedificabilità assoluta, è risultata sul demanio marittimo, dopo una riperimetrazione. Elsa Valeria Mignone avrebbe presentato una «una richiesta di sollecito alla conclusione dell’istanza di sdemanializzazione presentata con nota del 21 dicembre 1978 e acquisita in pari data al protocollo della Capitaneria di porto di Gallipoli».

Apriti Cielo!!! Immediata è arrivata l’interrogazione nella quale si chiedeva: “Se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti sopra esposti; se, nell’ambito delle proprie competenze, vogliano valutare l’opportunità di adottare iniziative in relazione a quanto descritto;  se e quali iniziative, nei limiti delle proprie attribuzioni, intendano assumere, al fine di arrestare il fenomeno dell’abusivismo edilizio e della cementificazione selvaggia, che arreca gravi danni al territorio, all’ambiente, alla convivenza civile e al concetto stesso di legalità.

“Una prospettazione errata e fuorviante”, ha chiosato a distanza di poche ore Saverio Sticchi Damiani, legale della dottoressa Mignone, per il quale, “non è dato comprendere le ragioni per cui oggi, a distanza di oltre 50 anni dalla realizzazione dell’immobile venga posta all’attenzione pubblica una simile vicenda”.

La notte, però, ha portato consiglio e la richiesta è stata ritirata, con tanto di autoassoluzione e “peana” rivolto al lavoro della Procuratore Aggiunto: “Se qualcuno credeva di indurre i colleghi con questo gesto a screditare l’operato della dottoressa Mignone, si sbaglia. Infatti, ci preme ribadire che riteniamo prezioso il lavoro svolto dal procuratore aggiunto Mignone nell’esercizio delle sue funzioni e che manteniamo stima e fiducia in merito al suo operato e alla sua integrità”.