Riciclaggio di denaro in pub e ristoranti per il clan. Il ruolo dell’ex commercialista arrestato

Il professionista leccese arrestato amministrava gli interessi economico-finanziari in prima persona, o attraverso teste di legno, per trasferire all’estero ingenti somme di denaro

Il gruppo criminale sgominato nel Salento faceva girare centinaia di migliaia di euro, grazie al traffico degli stupefacenti, alle attività di recupero degli oli esausti, al controllo dei servizi di guardiania, ma anche di pub, ristoranti, negozi, palestre a Lecce, in alcuni casi con la connivenza di un ex commercialista  (autosospesosi). Parliamo di Antonio Baldari, 43enne, accusato di riciclaggio, con l’aggravante mafiosa ed arrestato nella maxi operazione di questa mattina, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia.

L’ex commercialista leccese arrestato amministrava gli interessi economico-finanziari in prima persona, o attraverso teste di legno, per trasferire all’estero ingenti somme di denaro, eludendo le normali procedure di controllo in materia antiriciclaggio.

Dalle verifiche svolte dai finanzieri, per esempio, è emerso che, tra maggio del 2019 e settembre del 2020, furono eseguite 9 bonifici, a titolo di buste paga, per una somma complessiva di circa 10.700 euro.

E come afferma il gip Marcello Rizzo nell’ordinanza di oltre 1.300 pagine, le esigenze cautelari non possono essere soddisfatte in alcun modo se non con il carcere “anche in considerazione della spregiudicatezza con cui ha dimostrato di intendere la propria professione”.