Scandalo finanziario in Vaticano. Il tribunale ha deciso che il maxi processo riguarderà anche Monsignor Carlino

Mauro Carlino, 45enne originario di Lecce, è stato a capo dell’ufficio informazione e documentazione del Vaticano e segretario del cardinale Angelo Becciu.

Nuova udienza del processo sullo scandalo finanziario in Vaticano. Il collegio giudicante del tribunale vaticano (presidente Giuseppe Pignatone), attraverso apposita ordinanza, ha rigettato tutte le richieste di nullità sollevate dai difensori degli imputati. Come nel caso di Mauro Carlino, 45enne originario di Lecce (difeso dall’avvocato Salvino Mondello del Foro di Roma), già capo dell’ufficio informazione e documentazione del Vaticano e segretario del cardinale Angelo Becciu, finito anch’egli sul banco degli imputati. Il processo dunque va avanti per tutti e la prossima udienza è fissata per il 17 marzo, quando è previsto l’ascolto di Becciu.

In un’altra udienza Il tribunale aveva dichiarato per Carlino, la nullità della richiesta di rinvio a giudizio per Carlino (la cui posizione era stralciata) con le accuse di estorsione e abuso d’ufficio per mancanza di comunicazione dei fatti. Ed aveva disposto una parziale restituzione degli atti ai promotori di giustizia.

Le accuse

Carlino era accusato di estorsione in concorso, con altri imputati tra cui il broker Gianlugi Torzi. Quest’ultimo, “incutendo timore di gravi danni agli averi della Segreteria di Stato”, avrebbe costretto a seguito di una lunga trattativa con vari emissari della stessa Segreteria (tra cui Carlino) a richiedere di farsi mettere a disposizione gli importi di 10 milioni di euro e di 5 milioni di euro giustificati con due fatture di operazioni finanziarie inesistenti.

Non solo, Carlino, secondo l’accusa, rispondeva di abuso di ufficio. Sempre in concorso, avrebbe abusato dei suoi poteri “per far ottenere un indebito vantaggio a Gianluigi Torzi, dopo aver avuto notizia dell’esistenza di un’operazione che per natura complessità, rilevanza dell’importo e tipologia dei soggetti coinvolti, doveva considerarsi sospetta”. Non solo, poichè gli imputati “omettevano di denunciare il tentativo, prima e la consumazione, poi, dell’estorsione commessa da Torzi”.

Lo scandalo vaticano è iniziato dall’acquisto gonfiato di un immobile a Sloane Avenue a Londra. Secondo gli inquirenti, “è stata realizzata dai gestori del fondo per le elemosine una consistente rivalutazione contabile dell’edificio”.