Non ripartirà da zero il maxi processo sullo scandalo in Vaticano, riguardante alcune operazioni finanziarie sospette fra Roma e Londra. Almeno, non per tutti. Il collegio giudicante (Presidente Giuseppe Pignatone) ha stabilito una parziale restituzione degli atti ai promotori di giustizia. Come nel caso di Mauro Carlino, 45enne originario di Lecce, già capo dell’ufficio informazione e documentazione del Vaticano e segretario dell’ormai ex cardinale Angelo Becciu, finito sotto processo.
Il Tribunale, attraverso apposita ordinanza, ha dichiarato la nullità della richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di estorsione e abuso d’ufficio per mancanza di comunicazione dei fatti. La sua posizione, dunque, è stata stralciata. I promotori di giustizia dovranno interrogare Carlino e poi potranno chiudere le indagini o chiedere l’archiviazione.
È stata così accolta l’iniziale istanza dei difensori degli imputati, tra cui anche l’avvocato Salvino Mondello del Foro di Roma, legale di Mauro Carlino. I legali hanno evidenziato che le persone coinvolte nell’inchiesta non sarebbero state interrogate sul fatto oggetto di contestazione.
Per altri imputati, invece, il procedimento non può regredire e la prossima udienza è stata fissata per il 17 novembre
Le accuse
Carlino era accusato di estorsione in concorso, con altri imputati tra cui il broker Gianlugi Torzi. Quest’ultimo, “incutendo timore di gravi danni agli averi della Segreteria di Stato”, avrebbe costretto a seguito di una lunga trattativa con vari emissari della stessa Segreteria (tra cui Carlino) a richiedere di farsi mettere a disposizione gli importi di 10 milioni di euro e di 5 milioni di euro giustificati con due fatture di operazioni finanziarie inesistenti.
Non solo, Carlino, secondo l’accusa, rispondeva di abuso di ufficio. Sempre in concorso, avrebbe abusato dei suoi poteri “per far ottenere un indebito vantaggio a Gianluigi Torzi, dopo aver avuto notizia dell’esistenza di un’operazione che per natura complessità, rilevanza dell’importo e tipologia dei soggetti coinvolti, doveva considerarsi sospetta”. Non solo, poichè gli imputati “omettevano di denunciare il tentativo, prima e la consumazione, poi, dell’estorsione commessa da Torzi”.
Lo scandalo vaticano è iniziato dall’acquisto gonfiato di un immobile a Sloane Avenue a Londra. Secondo gli inquirenti, “è stata realizzata dai gestori del fondo per le elemosine una consistente rivalutazione contabile dell’edificio”.
