11mila paia di calze contraffatte in uno stabilimento industriale del Sud Salento, scattano il sequestro e l’arresto del titolare

Inoltre, nel corso delle verifiche ad altre aziende collegate da rapporti commerciale con quella inizialmente controllata, sono stati scoperti 21 lavoratori irregolari di cui sette di loro percepivano il Reddito di Cittadinanza.

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Lecce, nell’ambito dell’attività a contrasto alla criminalità economica e finanziaria, hanno sequestrato un ingente quantitativo di calze, ritenute verosimilmente false, all’interno di uno stabilimento industriale nel sud Salento.

In particolare, i militari della Compagnia di Gallipoli, nel corso delle attività istituzionali, hanno eseguito un controllo all’interno di un’azienda operante nel settore della produzione e confezionamento di calze.

Nel momento in cui i finanzieri hanno fatto il loro ingresso, una parte del personale era impegnato nella realizzazione di calze di noti marchi, utilizzando una linea di confezionamento adatta a garantire un packaging rapido ed efficace.

L’attività si è conclusa con il sequestro di circa 11mila paia di calze griffate Fila e Nike e di cinque macchinari utilizzati per la realizzazione del prodotto, ritenuto apparentemente contraffatto.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il titolare dell’opificio, di nazionalità italiana è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Si tratta di Mirko Paolo Settembrini, 34enne di Racale.

Le successive verifiche investigative avviati dal Reparto anche nei confronti di altre tre attività imprenditoriali dello stesso settore e collegate da rapporti commerciali con l’azienda inizialmente sottoposta a controllo, hanno consentito di ipotizzare violazioni fiscali per oltre 78mila euro e scoprire 21 lavoratori irregolari, le cui posizioni sono in corso di accertamento, 7 dei quali percettori del Reddito di Cittadinanza.

Questi ultimi sono stati deferiti alla Procura della Repubblica e segnalati all’Ente Previdenziale per la revoca del beneficio.

È stata, infine, richiesta la sospensione delle quattro attività imprenditoriali ricorrendone i presupposti di legge in materia di “disposizioni per il contrasto del lavoro irregolare e per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”.