Un canile-lager e un cimitero a cielo aperto di animali: l’orrore nelle campagne di Ugento

Grazie alla segnalazione di alcune volontarie è stato scoperto un canile lager nelle campagne di Ugento che ospitava 35 cani in condizioni igieniche pessime.

Le campagne di Ugento hanno nascosto l’orrore per chissà quanto tempo. Il sospetto che quelli ulivi che affondavano le loro radici nella terra ‘proteggessero’ un canile-lager dagli occhi indiscreti è stato talmente forte che, alla fine, alcune volontarie del posto hanno chiesto aiuto per vederci chiaro. I sospetti sono diventati certezze quando, le Guardie Zoofile di Nardò seguendo le segnalazioni hanno individuato il luogo esatto dove erano ospitati ben 35 cani in condizioni igieniche pessime. Così, senza perdere tempo, è scattato il blitz con l’aiuto dei Carabinieri forestali di Gallipoli e della Polizia Locale di Ugento.

Non è stato facile individuare la struttura trasformata in un vero e proprio canile abusivo, privo di qualunque autorizzazione sanitaria. È stato necessario utilizzare un drone che, sorvolando la zona, ha dato indicazioni utili agli uomini in divisa su come muoversi. Lo scenario che si è aperto davanti ai ‘soccorritori’ è stato tragico.

Quelli che dovrebbero essere considerati i migliori amici dell’uomo erano costretti a vivere in condizioni pessime. Tutti i 35 cani trovati nella struttura, sprovvisti di microchip, erano ammassati in box piccolissimi. Non è solo la loro “cuccia” ad essere sotto accusa, ma anche e soprattutto le condizioni in cui erano tenuti. Gli animali erano costretti a nutrirsi dei propri escrementi. Quel poco cibo presente si mescolava alle deiezioni presenti. Anche l’acqua in alcuni casi era putrida.

Un cimitero a cielo aperto

Le scoperte non sono finite. Appena fuori le mura del “canile” è stato trovato un vero e proprio cimitero con molte carcasse di cani morti, in avanzato stato di decomposizione. Molti altri animali erano sepolti, anche se parzialmente. Visto l’alto rischio di trasmissione di malattie è stato chiesto l’intervento del Veterinario della ASL reperibile che, come si legge nel comunicato a firma delle Guardie zoofile neretine si sarebbe rifiutato di intervenire perché a suo dire non vi erano necessità urgenti tali da giustificare la sua presenza.

Il sequestro

Sentito il Pubblico Ministero di turno, l’area interessata e tutti gli animali sono stati finiti sotto sequestro Giudiziario dalle Guardie Zoofile coordinate dal Comandante Antonio Russo e dai Carabinieri Forestali Coordinati dal Maresciallo Bove nel primo giorno e dal Maresciallo De Santis il secondo giorno.

Vista l’assenza del primo veterinario della ASL, le operazioni di identificazione e trasferimento dei cani sono state effettuate il giorno successivo alla presenza di due diversi colleghi che, vista l’urgenza, in modo professionale e responsabile, hanno dato la propria disponibilità. L’incubo è finito nel tardo pomeriggio della vigilia di capodanno. I cani ora hanno trovato ospitalità in altre strutture della provincia che hanno aperto le loro porte per accoglierli.

Le carcasse di animali morti, su disposizione delPubblico Ministero di turno, sono stati smaltiti da una ditta specializzata, fatta intervenire con urgenza sul posto dalla ASL. Il proprietario dei cani è stato denunciato per diversi reati tra cui maltrattamento di animali e smaltimento illecito di animali.

Sotto accusa la condotta del primo veterinario

Non solo, sarà sottoposta all’attenzione della Procura della Repubblica di Lecce la condotta del Veterinario Reperibile che si è rifiutato di intervenire su richiesta della Polizia Giudiziaria operante al fine di valutare eventuali omissioni/inadempienze da parte dello stesso.



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