Durante il suo primo discorso da Presidente della Repubblica, Giorgia Meloni aveva invitato i giovani a protestare. «Confesso che difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza per contestare le politiche del nostro Governo, perché inevitabilmente tornerà nella mia mente una storia che è stata anche la mia. Quindi, voglio parlare a questi ragazzi con una frase di Steve Jobs,che diceva: “Siate affamati, siate folli”. Vorrei aggiungere anche: “Siate liberi”, perché è nel libero arbitrio la grandezza dell’essere umano», ma la scritta apparsa sulla scuola Ascanio Grandi a Lecce è una protesta per qualche decisione ‘sgradita’ del suo Governo che ha il sapore di un attacco vero e proprio. Un attacco che, tra l’altro, deturpa il muro di una scuola che, poi, dovrà essere ripulito.
«Io sono Giorgia, sono una merda fascista, sono serva dei ricchi e affamo i poveri» si legge. «Fasci merde» completano la frase in spray rosso. Lo slogan comparso sul muro dell’istituto che si affaccia su via Francesco Patitari, inutile dirlo, richiama il famoso «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana» diventato virale e usato come base per numerosi meme e remix.
Era il 19 novembre, quando le parole pronunciate dalla leader di Fratelli d’Italia alla manifestazione a piazza San Giovanni a Roma diventarono una hit, un tormentone che ha collezionato milioni di visualizzazioni sui social.
Non è stato mai facile stabilire il confine tra satira politica, che esiste da sempre ed è “ammessa” e offesa da condannare a prescindere dal colore politico, tra una battuta che strappa un sorriso e un insulto che indigna. Un confine diventato ancora più sottile, in nome della libertà di opinione.
Intanto si indaga, per risalire agli autori della scritta sul muro della scuola.