27enne affetta da deficit sequestrata e maltrattata? L’avvocatessa ed il compagno lasciano i domiciliari

Il giudice, ritenendo ancora sussistenti le esigenze cautelari, ha sostituito la misura dei domiciliari, con quella del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.

Tornano in libertà l’avvocatessa ed il compagno accusati di avere sequestrato e maltrattato una 27enne affetta da deficit. Il gip Alcide Maritati ha accolto l’istanza presentata dal legale Luigi Piccinni.

Il giudice, ritenendo ancora sussistenti le esigenze cautelari, ha sostituito la misura dei domiciliari, con quella del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Afferma, infatti, che “se non venisse adottata una misura cautelare adeguata ed idonea, i due potrebbero nuovamente cercare di avere contatti con la vittima, così alterandone l’equilibrio che faticosamente coloro che l’hanno in cura cercano di garantire”.

Nei giorni scorsi, intanto, il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci ha chiuso le indagini. Il quadro accusatorio è rimasto invariato. Sottrazione, abbandono e circonvenzione di incapace, sequestro di persona, falso, tentata estorsione: sono i pesanti reati contestati, a vario titolo ed in diversa misura, a Gabriella Cassano, avvocato 47enne di Lecce e al compagno, Fabio Degli Angeli, 47enne di Carmiano. Entrambi erano finiti ai domiciliari il 31 maggio scorso, al termine dell’inchiesta in cui sono coinvolte altre tre persone, indagate a piede libero. Si tratta di D.D.P. uno psicologo 42enne di Carmiano (cugino della Cassano), di C.V. un pensionato 73enne (sempre di Carmiano) e di C.F. un contadino 61enne di Veglie.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’avvocatessa ed il suo partner avrebbero prelevato la 27enne, affetta da diverse patologie, dal reparto di psichiatria dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove era ricoverata. Sarebbe stata la Cassano a “nascondere” la ragazza con una giacca per accompagnarla nel parcheggio del nosocomio salentino, dove ad attenderle c’era il compagno e il 73enne di Carmiano, al volante di un’auto con cui hanno raggiunto un’abitazione di Marittima, piccola frazione di Diso. È lì che l’hanno abbandonata per giorni, ben consapevoli che era incapace di provvedere a se stessa.

All’avvocatessa è contestata anche la tentata estorsione per aver chiesto al padre della 27enne una ingente somma di denaro come ‘parcella’ per i servizi legali resi. Lo avrebbe minacciato prospettandogli un aut-aut: se non avesse ottenuto il denaro richiesto gli “avrebbe fatto pignorare la casa”, o peggio “lo avrebbe fatto finire in prigione per cinque anni”.

Invece, nei mesi scorsi, la presunta vittima è stata ascoltata nell’ambito dell’incidente probatorio.



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