Ha cercato di introdurre a Borgo San Nicola due “micro-telefoni”, ma il tentativo è stato prontamente bloccato dagli uomini della polizia penitenziaria della casa circondariale di Lecce. Un apparecchio è stato ‘rinvenuto’ durante il colloquio tra un detenuto brindisino e la madre, che stava cercando di consegnare al figlio il dispositivo, pensando e sperando di non essere beccata. L’altro, invece, è spuntato fuori durante un controllo. Grazie ad uno ‘scanner’ di ultima generazione, in grado di rilevare i mini-cellulari anche se ben nascosti nelle parti intime, è stato possibile recuperare un altro apparecchio, simile, molto simile a quello già sequestrato. Non è la prima volta che capita. In Carcere non è raro che si verifichi questo tipo di episodi. Solo qualche mese fa, ad esempio, era stato ‘fermato’ un pacco speciale recapitato ad un ospite del penitenziario: un paio di scarpe con sorpresa nella suola.
«Pur con pochi mezzi e uomini disponibili è stata portata a termine una brillante operazione che ha impedito l’introduzione di apparecchi telefonici all’interno del penitenziario leccese» ha dichiarato il vicesegretario regionale di Osapp Puglia, Ruggero Damato congratulandosi con tutti i ‘caschi azzurri’, capitanati dal comandante, il Commissario Capo Riccardo Secci, per il ‘senso del dovere’ e il risultato conseguito.
Proprio perché non si tratta di casi isolati non bisogna abbassare la guardia. Questi piccoli e tecnologici dispositivi, facilmente reperibili su internet a costi nemmeno tanto elevati, sono diventati un «oggetto del desiderio» dei detenuti che li usano per parlare ogni giorno con i familiari e, nel peggiore dei casi, per continuare a gestire da dietro le sbarre i loro ‘affari’ criminali. Per questo, come sottolinea Damato, la politica deve essere più attenta, sia potenziando gli organici, sia mettendo nelle mani degli agenti quei ‘mezzi tecnologici’ utili a combattere e contrastare questi fenomeni.
«Paradossalmente – conclude il il vicesegretario regionale Osapp Puglia – la criminalità organizzata dispone di più mezzi tecnologici e sodali della Polizia Penitenziaria e tutto ciò certifica la debolezza della politica attuale al contrasto alle varie associazioni criminali. Speriamo e ci auspichiamo un immediata svolta a favore di servitori dello Stato».
