Il bar, un circolo e una Porsche nel garage ma un reddito di pochi euro. Scatta il sequestro

Il sequestro nei confronti di una persona, già condannata, con sentenza passata in giudicato, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti

Nella giornata di oggi i militari del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lecce, agli ordini del Maggiore Antonio Martina, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo salentino, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di prevenzione, emesso dalla II Sezione Penale del Tribunale di Lecce, ai sensi del d.lgs. n. 159 del 2011 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione) nei confronti di una persona appartenente a una famiglia mafiosa egemone in alcuni comuni salentini.

La misura scaturisce dallo screening da tempo in corso ad opera delle Fiamme Gialle nell’ambito dell’attività di monitoraggio e contrasto alla criminalità organizzata e alle sue infiltrazioni nell’economia legale in persistenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 ancora in atto, anche per impedire che risorse pubbliche possano essere oggetto di approvigionamento illecito.

In tale contesto, sono stati avviati accertamenti specifici, tesi a verificare l’esistenza dei presupposti soggettivi (pericolosità sociale) e oggettivi (sperequazione redditi-investimenti) su un gruppo familiare di Surbo e soprattutto verificare se gli investimenti e il tenore di vita,  compresa  la  gestione di un bar, di un circolo ricreativo e le autovetture nella disponibilità (tra cui una Porsche Macan), l’abitazione e i conti correnti personali, fossero coerenti con il reddito mensile di poche centinaia di euro dichiarato dal nucleo familiare.

All’esito dell’attività, svolta dai Finanzieri, è stata avanzata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce proposta per l’applicazione della misura della sorveglianza speciale Polizia di Stato, con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza e il sequestro finalizzato alla confisca di tutti i beni mobili ed immobili il cui valore non ha trovato giustificazione nei redditi dichiarati dall’uomo e dai familiari conviventi, risultandone il frutto delle attività illegali poste in essere, ovvero il risultato del loro reinvestimento.

Particolare attenzione è stata inoltre rivolta a dimostrare la “pericolosità qualificata” del destinatario della misura posto che lo stesso era già stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per associazione a delinquere finalizzata al traffico degli stupefacenti, nonché l’attualità della sua pericolosità sociale che è stata evidenziata dalle recenti denunce per reati comuni.

In conclusione, l’Autorità Giudiziaria di Lecce, facendo proprie le argomentazioni prodotte dai Finanzieri ha ravvisato la presenza di tutti i presupposti per l’applicazione della misura patrimoniale e ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca di un’abitazione, riconducibile a lui e alla sua famiglia, sita a Surbo, ritenendo che, al pari degli altri investimenti famigliari, non possa che essere il frutto del reimpiego dei guadagni scaturiti dalle attività criminose nelle quali risulta tuttora essere dedito.



In questo articolo: