C’è il no della Cassazione all’accusa di associazione a delinquere, nell’ambito dell’inchiesta su di un presunto sistema di appalti pilotati, in cambio di favori personali, come addobbi floreali, bottiglie di prosecco e voti, che aveva coinvolto tre sindaci e una serie di imprenditori e funzionari comunali.
Gli Ermellini hanno accolto il ricorso della difesa, rappresentata dagli avvocati Francesco Vergine e Massimo Manfreda, ed annullato senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame per l’imprenditore di Maglie, Marco Castrignanò, accusato di essere a capo di un’associazione a delinquere. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Riesame, che aveva accolto il ricorso del pm Maria Vallefuoco, con cui venivano chieste nuove misure cautelari, anche per gli imprenditori Graziano Castrignanò, fratello di Marco, Melissa Corrado, e Fabio Coluccia e per i dipendenti della Castrignanò Appalti, Daniela Manzi e Umberto Mangia. Il gip Stefano Sala, nell’ordinanza del marzo scorso, con cui venivano disposti 10 arresti, eseguiti dai finanzieri di Lecce e sei misure interdittive, aveva già ritenuto insussistente l’ associazione a delinquere.
Per i 25 imputati, tutti a piede libero, c’è stata la richiesta di rinvio a giudizio della Procura. Tra di essi compaiono: Ernesto Toma, sindaco di Maglie ed il vice sindaco, Marco Sticchi. E ancora, Salvatore Sales, “primo cittadino” di Sanarica. Per i tre c’è stata la revoca dei domiciliari e sono tornati in libertà. Nel marzo scorso, Antonio Rocco Cavallo, ex sindaco di Ruffano, ha lasciato il carcere ed è tornato a piede libero, in seguito alle dimissioni da “primo cittadino”.
L’udienza preliminare avrà inizio il 16 gennaio, davanti al gup Marcello Rizzo.
