Per evitare il controllo sparano contro l’auto della polizia, “caccia ai banditi”

Quando gli agenti hanno intimato l’alt, i malviventi hanno accelerato e poi hanno esploso alcuni colpi di arma da fuoco per coprirsi la fuga

Doveva essere un normale servizio di controllo del territorio. L’alt degli agenti del commissariato di Galatina, poi le verifiche del caso, ma qualcosa è andato storto. Da quell’auto ‘invitata’ a fermarsi sono partiti alcuni colpi di arma da fuoco, forse un kalashnikov, contro la pattuglia. Poteva finire in tragedia e lo ha scritto, in una nota, anche il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia che ha voluto esprimere vicinanza ai poliziotti che, grazie alla loro “freddezza” e professionalità, sono riusciti ad evitare il peggio.

Stando ad una prima ricostruzione dell’accaduto, il conducente della macchina, risultata rubata, avrebbe premuto il piede sull’acceleratore dopo aver visto i poliziotti intimare l’alt. Pare anche che durante la fuga e lo spericolato inseguimento nelle campagne che da Galatina conducono verso la frazione di Noha, abbiano gettato qualcosa dal finestrino dell’auto, lo stesso da cui sono partiti dei “proiettili” contro il mezzo del 113 per “coprirsi le spalle”. A bordo erano due, forse in tre e, complice la velocità, la nebbia che quella notte era calata e la ‘dinamica’ dell’accaduto, sono riusciti a far perdere le tracce.

La solidarietà del sindacato

Nel comunicato a firma di Mirko Bray, Segretario Generale del Siulp Lecce si legge non solo la vicinanza ai poliziotti della Volante, diventati “bersaglio” di delinquenti senza scrupoli, ma anche una nota polemica: «alla base di sfrontatezza – scrive – è fuor di dubbio che vi sia una legislazione inadeguata che garantisce la certezza dell’assoluta impunità a chiunque aggredisce chi rappresenta lo Stato».

«Resta la triste realtà – continua – che ci insegna che oggi si possa sparare ad un equipaggio della Polizia di Stato con una facilità disarmante e la vera molla che lo consente residua nell’assoluta certezza, da parte di chi delinque, di potere godere, nel peggiore dei casi, di pene assolutamente favorevoli. Al contrario se ad eccedere è chi si difende, al quel punto tutto cambia».

Insomma, bisogna continuare, anzi tornare dice Bray, a investire sulla sicurezza. Come? Aumentando l’organico, introducendo nuovi strumenti normativi e nuovi equipaggiamenti che siano in linea con le attuali esigenze. «Lo o sfollagente e la pistola non lo sono più! La dotazione dei taser va incrementata e quella delle bodycam non è più
procrastinabile, così come non è più procrastinabile la definizione di regole d’ingaggio chiare ed incontestabili, in modo tale da non indurre qualche operatore di Polizia a pensare che è meglio rischiare la vita, piuttosto che rovinarsela per difendersi».

«Nel rinnovare il nostro compiacimento per l’operato dei colleghi della Volate del Commissariato di Galatina – concludono – vogliamo recapitare una preghiera alla classe politica affinché intenda dare un segnale chiaro ed inequivocabile: Chi commette violenza contro lo Stato e i suoi cittadini deve sapere che pagherà immediatamente il proprio debito con la giustizia scontando pene detentive immediate».