30 anni fa la strage di Firenze. Inferno di fuoco in via dei Georgofili

Era il 27 maggio del 1993 quando un’autobomba esplose ad un passo dalla Galleria degli Uffizi. Nell’attentato di matrice mafiosa morirono 5 persone

La strategia di Cosa Nostra era chiara, per spaventare lo Stato italiano non era sufficiente colpire i rappresentanti delle pubbliche istruzioni, ma anche i cittadini normali, vittime casuali ed innocenti, come avvenne il 27 maggio del 1993 a Firenze. Poco dopo l’una, un fiorino con due quintali e mezzo di tritolo esplose ai piedi della storica Torre dei Pulci.

Una città simbolo della cultura nazionale ed internazionale, colpita al cuore da un’autobomba che provocò la distruzione di un palazzo e la morte di un’intera famiglia e di uno studente. L’attentato di via dei Georgofili non fu l’unico in quella stagione di strategia del terrore, ma forse fu quella di maggior significato, perché rivolta a danneggiare e a mettere nel mirino il patrimonio artistico e culturale di un popolo, ovvero la sua stessa identità.

Oggi a distanza di 30 anni sono stati identificati e perseguiti quasi tutti i mandanti e i fiancheggiatori di quell’infame gesto criminale che ha segnato una delle più tristi pagine della storia repubblicana, una storia di guerra e di inutile violenza. Inutile fortunatamente, perché sia lo Stato che la Cultura sono rimasti al loro posto, mentre sono passati e trapassati i loro nemici.