Poteva essere l’ennesima vittima all’interno di un carcere italiano dall’inizio dell’anno, ma grazie al coraggioso e professionale pronto intervento dei poliziotti penitenziari si è riusciti a evitare una tragedia.
Intorno alle ore 15.00 di oggi, un detenuto di origini tarantine di circa 40 anni, arrestato ieri sera per minacce, aggressione e resistenza a pubblico ufficiale, ha tentato il suicidio avvolgendo un rudimentale cappio al collo e legandolo alla grata superiore della porta di ingresso alla stanza. Sembrerebbe che l’uomo fosse affetto da problemi psichiatrici. A dare comunicazione dell’accaduto la segreteria regionale del Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Fortunatamente l’unico poliziotto in servizio nella sezione, peraltro sottoposto a carichi di lavoro massacranti – come scrive in una nota lo stesso sindacato – è prontamente intervenuto lanciando l’allarme che ha richiamato l’attenzione sia di altri agenti che dei sanitari in servizio presso la struttura del capoluogo Jonico. In attesa dell’arrivo del 118 i sanitari e il personale in servizio, hanno evitato il decesso praticando le cure del caso.
“Purtroppo il conteggio ufficiale parla solo delle morti dei detenuti, dimenticando che senza il coraggio, la professionalità, dei tanti poliziotti che mettono a rischio la propria incolumità, i numeri dei decessi in carcere sarebbero più che triplicati”, fanno sapere dal Sappe con un comunicato.
“Le varie associazioni a tutela dei detenuti – si prosegue – sempre pronte a criminalizzare qualsiasi pur piccolo evento che colpisce la popolazione detenuta, si guardano bene dal pubblicizzare tutte queste situazioni che vedono protagonisti i poliziotti penitenziari. Quando poi questi episodi accadono in carceri come quello di Taranto, dove le sofferenze di organico costringono i poliziotti a occupare contemporaneamente più posti di servizio, sono ancora di più da lodare e pubblicizzare.
Nei giorni scorsi il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece – continua la nota – ha visitato il penitenziario tarantino rimanendo sconcertato e preoccupato per la grave carenza di organico che, soprattutto nelle ore pomeridiane lascia il penitenziario pressoché sguarnito, con un pugno di agenti a presidiare una struttura che ospita abbondantemente oltre 500 detenuti di tutte le tipologie”.
In data 4 giugno come promesso agli agenti, il segretario generale ha incontrato i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, perorando la causa di Taranto al fine di aumentare l’organico.