
La vita di una 61enne leccese era in pericolo. La donna aveva ingerito una grande quantità di farmaci con l’intento di mettere fine alla sua vita, ma una catena di “solidarietà” ha impedito un epilogo drammatico che sembrava già scritto. È stata una corsa contro il tempo, un passaparola che, fortunatamente, ha scritto un finale diverso. Tutto è cominciato con una chiamata giunta alla Sala Operativa della Questura di Lecce. Dall’altra parte della cornetta c’era un medico specialista che, qualche anno prima, aveva seguito la 61enne leccese in un percorso terapico. Il professionista era in servizio all’ospedale quando aveva ricevuto la telefonata della donna che lo metteva a conoscenza della volontà di togliersi la vita, ingerendo 240 compresse di vari farmaci. Poche parole prima di chiudere la comunicazione. Tutti i tentativi del medico di ricontattarla e convincerla a “ripensarci” sono caduti nel silenzio tant’è che, allarmato, il medico ha contattato il 113, raccontando agli operatori tutti i dettagli dell’accaduto. Una precisazione, in quelle parole, ha preoccupato anche gli agenti: se la donna aveva davvero ingerito tutti quei farmaci, come gli aveva confidato, sarebbe andata in arresto cardiaco nel giro di un paio d’ore. Ogni minuto, dunque, era prezioso.
Gli operatori della sala operativa, partendo dalle poche informazioni a disposizione come il numero di telefono della donna e il nome di battesimo, sono riusciti a risalire al possibile domicilio. A quel punto, le volanti di pattuglia si sono recate sul posto indicato. Sul citofono, in effetti, c’era il nome della donna e anche un vicino che conosceva la 61enne ha confermato che viveva lì.
Contemporaneamente, dalla sala operativa è stata inviata all’indirizzo un’ambulanza del 118 mentre, data l’emergenza della situazione, gli agenti hanno scavalcato la recinzione del giardino, senza aspettare l’intervento dei vigili del fuoco perché pochi minuti di attesa potevano essere fatali alla donna.
Riuscivano ad entrare poi nell’abitazione grazie ad una finestra, provvidenzialmente lasciata aperta. La 61enne era stesa sul letto, viva, ma in stato di incoscienza e dopo la somministrazione delle prime cure, è stata trasportata in codice rosso al Fazzi. Era salva solo grazie al tempestivo e sinergico intervento degli operatori di polizia prima e dei sanitari dopo.