Tentato omicidio Greco – Manca, i tre imputati condannati anche in Appello

Nella giornata di ieri, la Corte ha confermato la sentenza, già maturata in primo grado, emettendo una condanna a 14 anni ed 8 mesi per Salvatore Milito, compaesano di Greco e Manca ed a 14 anni e 2 mesi per il tarantino Michele Intermite. 1 anno e 6 mesi a Patrik Colavitto.

La pistola si inceppò e l’omicidio non si potè compiere. La sentenza di ieri non ha modificato le decisioni prese in primo grado. Condannati dunque anche in Appello, ma con alcune lievi riduzioni di pena per l'esclusione dell'aggravante di alcuni reati satellite, i tre imputati coinvolti nel duplice tentato omicidio di Luca Greco e Marino Manca, avvenuto a Squinzano l’8 settembre 2012.
 
La Corte presieduta da Vincenzo Scardia, a latere Nicola Lariccia, nella serata di ieri, ha confermato la sentenza già maturata in primo grado, emettendo una condanna a 14 anni e 8 mesi  per il 41enne Salvatore Milito, compaesano di Greco e Manca (in primo grado a 18 anni);  14 anni e 2 mesi, a carico del tarantino Michele Intermite di 38 anni (a fronte di 17 anni e 6 mesi), entrambi con l'accusa di "tentato omicidio"-
 
1 anno e 6 mesi per il 34enne brindisino Patrik Colavitto, accusato di "favoreggiamento personale" (avrebbe ostacolato le ricerche di Milito fornendo al 42enne la propria abitazione in locazione, in contrada Montenegro, alla periferia di Brindisi, come covo per sfuggire agli investigatori).

Inoltre, è stata confermata una provvisionale di 100 mila euro per Luca Greco, costituitosi parte civile con l’avvocato Maurizio Scardia. Gli imputati erano difesi, tra gli altri, dagli avvocati Cosimo Rampino e Ladislao Massari.
 
Prima della sentenza c'era stata la requisitoria del Procuratore Generale Claudio Oliva che nelle sue richieste, si era allineato alle condanne emesse dal Gup Simona Panzera nel processo in abbreviato, conclusosi nell'aprile 2014.
 
L'agguato avvenne alla fine dell'estate di tre anni fa, nell’abitazione di Greco in contrada “Carli” nella campagne tra Squinzano e Trepuzzi, con il pretesto dell’acquisto di una moto.
 
Grazie alla precedente conoscenza di Milito con il padrone di casa, venne chiesta la presenza di Manca, proprietario del motociclo e non appena il 40enne raggiunse la villa si scoprirono i reali motivi di quella visita. Intermite, secondo l’accusa, provò a colpire Manca con un colpo di pistola che però non partì, poiché s'inceppò l'arma e successivamente, sollecitato da Milito, dopo che Manca era riuscito a fuggire, aggredì Greco con un coltello, ferendolo al torace, all’addome e alla nuca. I due si allontanarono poi in tutta fretta, ma le indagini consentirono di arrestare prima Milito e circa un mese e mezzo dopo, anche Intermite.
 
Il vero movente, secondo i sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia, Guglielmo Cataldi e Giuseppe Capoccia era "affermare l’egemonia del gruppo operante a Squinzano nell’attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni e usura in contrasto con la fazione capeggiata da Marino Manca”.



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