Tentato omicidio in via Machiavelli, si cerca la prova regina in una telecamera. Ore contate per gli aggressori?

Potrebbero avere le ore contate gli aggressori di Riccardo Savoia, trovato in una pozza di sangue al sesto piano di una palazzina di via Machiavelli.

Sta lottando nel letto del reparto di rianimazione dell’Ospedale “Vito Fazzi”, Riccardo Savoia, il 37enne di Lecce trovato in una pozza di sangue al sesto piano di un palazzo che si affaccia su via Nicolò Machiavelli, nel rione San Sabino. Era cosciente quando i sanitari del 118 hanno raggiunto il terrazzino indicato in una telefonata anonima dai toni inquietanti: «c’è un uomo ferito» avrebbero detto. Non per un incidente, ma un agguato in piena regola da qualcuno che, evidentemente, lo voleva morto.

Il giovane era sotto choc, con diverse ferite sul colpo procurate da un’arma da taglio e da tre colpi di pistola tant’è che, nella notte, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per estrarre i proiettili. Tranne uno, quello in testa, che si trova in un punto delicato per essere toccato. Gli è stata asportata anche la milza. E la prognosi resta riservata.

Chi si sia macchiato dell’accusa di tentato omicidio, al momento è difficile dirlo, sempre che ad agire sia stata solo una persona. Toccherà agli agenti della squadra mobile rispondere ai tanti interrogativi che, in queste ore, stanno alimentando il giallo. Nulla viene lasciato al caso per ricostruire gli instanti prima della tragedia, fortunatamente solo sfiorata. Come ci è finito il 37enne nell’edificio, abitato da famiglie tranquille e molti anziani? Aveva un appuntamento con qualcuno sulla terrazza o ha cercato riparo dal suo aggressore? Alcune macchie di sangue sarebbero state trovate dalla Polizia scientifica all’interno dell’ascensore, ma quando è stato soccorso a stento riusciva a muoversi quindi è difficile pensare che sia arrivato da solo fino al sesto piano. L’ipotesi è che l’agguato sia avvenuto lì, a cielo aperto.

Gli uomini in divisa, coordinati dal vicequestore Alessandro Albini, stanno lavorando senza sosta, hanno ascoltato alcuni residenti e cercato le telecamere di videosorveglianza, installate nella zona o nei punti ‘strategici’. Nei fotogrammi potrebbe esserci qualche particolare utile a ricostruire l’accaduto. Una in particolare ha catturato l’attenzione degli investigatori: quella che punta sull’ingresso della palazzina.

 

Nessun particolare utile è stato, invece, fornito dal 37enne che, nonostante la gravità del quadro clinico, se la caverà. Non ricordava nulla.