“Abbiamo fermato un potenziale pericolo”, parlano i dirigenti sull’arresto del 49enne albanese

Intervista ai vicequestori Carmine Massarelli e Oreste Ariano che hanno condotto le indagini sul 49enne albanese accusato di “istigazione a delinquere e apologia, aggravati dalla finalità di terrorismo”

“Le indagini andranno ancora avanti, ma al momento la finalità era quella di frenare la persona individuata e ritenuta responsabile delle contestazioni che la Procura della Repubblica di Lecce ha mosso nei suoi confronti”. Con queste parole, il Vicequestore Carmine Massarelli, Dirigente della Digos della Questura di Lecce, ha commentato l’arresto di un 49enne albanese, residente a Galatina, ritenuto responsabile dei reati di “istigazione a delinquere e apologia, aggravati dalla finalità di terrorismo e dall’uso di strumenti informatici”, per il quale il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, ha disposto la misura degli arresti domiciliari.

“Era in corso un percorso di radicalizzazione che ha richiesto un’attività preventiva che svolgiamo sul territorio e riteniamo che in questo siamo riusciti a neutralizzare un potenziale pericolo” ha dichiarato, prima di ricostruire il quadro che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare.

“Esaminando i suoi profili social, abbiamo individuato nell’ambito delle relazioni amicali, soggetti da attenzionare che non sono presenti sul territorio. Inoltre, ha condiviso numerosi sermoni attribuibili a iman rilevati in attività illecite in altri Paesi e per questo mi preme sottolineare la collaborazione con l’Ucigos (Ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali) nel curare questi aspetti di approfondimento che ci hanno consentito di tracciare e ben monitorale anche queste altre persone e conoscere le potenziali pericolose di queste ultime”.

Stando alle indagini, il 49enne è accusato di aver diffuso sul web – anche attraverso stories su Instagram e Facebook – numerosi contenuti di propaganda jihadista, tra cui foto che lo ritraevano con il vessillo dell’Isis e di aver intrattenuto rapporti con elementi di rilievo del terrorismo internazionale.

“Questa attività di indagine rappresenta un unicum nel Salento, nella misura in cui nella provincia di Lecce non era mai stato effettuato un arresto per reati afferenti al terrorismo”, ha invece dichiarato il Vicequestore Oreste Ariano

“Questo è un elemento importante, figlio di un’attività ben complessa e strutturata, ma è anche figlio di una transnazionalità del terrorismo in quanto tale. L’apologia di reati di matrice terroristica e in particolare l’adesione a quelli che sono i dettami dell’Isis è qualcosa che non ha più una connotazione territoriale, il Califfato con la propaganda jihadista con i mezzi informatici, adesso, può arrivare nelle case in qualsiasi punto del mondo, anzi, si tratta di uno strumento di cui si serve ampiamente”.

“Questo arresto tende a punire tutti gli atti prodromici rispetto alla commissione di fatti più gravi come gli attentati, ma anche a scongiurare il fatto che grazie all’utilizzo del web si possono, arruolare, addestrare o comunque condizionare le persone anche molto distanti”.

“L’Europa ha già vissuto un brutto momento a causa del terrorismo ma, ripeto, più che di pianificazione parliamo di propaganda per far leva sui cosiddetti ‘lupi solitari’, che si radicalizzano da soli, non necessariamente interagendo con un arruolatore o un addestratore collocato in scenari o territori distanti, non c’è bisogno in questi casi che ci sia un contato fisico, ma per fortuna il legislatore punisce già questa fase, quella di una condotta caratterizzata da reità, con l’obiettivo di prevenire i fatti più cruenti”.



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