
Sono accusati di aver presentato titoli falsi, con la complicità di due cooperative sociali, per ottenere un buon piazzamento in graduatoria ed essere assunti nelle scuole del milanese. Non solo, poiché grazie al presunto piano truffaldino, avrebbero poi ottenuto una retribuzione non dovuta, in danno del Miur.
Le accuse sono contenute nell’avviso bis di conclusione delle indagini preliminari, contenente le nuove disposizioni previste dalla riforma Cartabia. E compaiono i nominativi di 41 indagati, originari di vari paesi del Basso Salento, come Spongano, Poggiardo, Sanarica, Castro, Ortelle e Taurisano. Un primo avviso di conclusione della maxi inchiesta della Procura, risale a luglio dello scorso anno. Ed erano in 42 ad essere indagati.
L’avviso bis, come il primo, è composto da ben 37 capi d’imputazione, a firma del pm Maria Consolata Moschettini. Compaiono molti collaboratori scolastici, ma anche i nomi di presidenti di due cooperative sociali, di una dipendente, di un “responsabile dell’ufficio” e di un un consulente del lavoro.
Gli indagati rispondono delle ipotesi di reato di truffa e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Corvaglia, Dimitry Conte, Oronzo Maggiulli, Giuseppe Corleto, Luigi ed Emma Covella, Salvatore Abate, Dario Paiano, Silvio Caroli, Tommaso Valente.
Ora potranno presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati, entro i prossimi venti giorni, per fornire la propria versione dei fatti, prima che il pubblico ministero formalizzi la richiesta di rinvio a giudizio.
Le indagini sono state condotte dai militari della Guardia di Finanza.
Sono contestate una serie di presunte truffe che si sarebbero consumate tra il 2015 ed il 2021. I candidati alle graduatorie di circolo e di istituto di terza fascia, relative alla figura di collaboratore scolastico avrebbero presentato una falsa certificazione. Nella domanda, attestavano di possedere i titoli di servizio idonei per essere assunti in istituti scolastici del milanese, e mettevano in atto il piano, con la complicità del presidente di una cooperativa sociale.
Il presidente e la dipendente di un’altra cooperativa avrebbero eseguito un copione simile con altri aspiranti collaboratori scolastici. In seguito ai presunto piano truffaldino, i candidati avrebbero percepito somme variabili tra i 970 euro ed i 77 mila euro (a seconda del periodo trascorso a scuola).
Ora si attendono gli sviluppi della vicenda giudiziaria.