Titoli di studio falsi per insegnare a scuola. Indagati 25 prof., anche a Lecce

Diplomi e certificati rigorosamente falsi per ottenere incarichi da insegnanti nelle scuole alla modica cifra di 3mila euro. 25 avvisi di conclusione delle indagini preliminari

I titoli di studio allegati alle domande per essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento o in quelle d’istituto per l’assunzione nelle scuole primarie e dell’infanzia erano falsi. Creati ad hoc per poter diventare docenti e insegnanti di sostegno per gli alunni ‘speciali’ portatori di handicap.  Questa mattina, però, 25 professori che non avrebbero esitato a compiere più di un reato per assicurarsi la tanto agognata cattedra hanno ricevuto la ‘visita’ dei Carabinieri della Compagnia di Cosenza. Gli uomini in divisa hanno bussato alla loro porta, stringendo tra le mani gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari emessi dalla locale Procura della Repubblica e notificati nelle province di Cosenza, Lecce, Pistoia, Milano, Bergamo, Forlì-Cesena.

Pesanti le accuse. Gli indagati, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di falsità materiale commessa da Pubblico Ufficiale in atti pubblici in concorso, falsità materiale commessa da privato in concorso, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

I diplomi falsi

La minuziosa attività di indagine è riuscita a fare luce sul “sistema” ben collaudato che avrebbe permesso agli aspiranti docenti di ottenere diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza e di Reggio Calabria e da scuole di specializzazione per l’insegnamento di sostegno agli alunni portatori di handicap, dall’Istituto Nazionale Scuole e Corsi Professionali di Cosenza.

Chi avrebbe utilizzato questi titoli falsi per “realizzarsi” nel mondo, spesso difficile, della scuola, probabilmente, l’avrebbe fatta franca se nel 2017 l’indagine Minerva non avesse fatto scoppiare il caso. A novembre di quell’anno, infatti, 33 persone furono raggiunte da altri avvisi di conclusione delle indagini preliminari per i reati di falsità materiale ed ideologica. Anche loro avevano presentato diplomi scolastici contraffatti presso Provveditorati ed Istituti comprensivi in tutta Italia.

La risonanza mediatica nata da quell’operazione aveva spinto molti dirigenti scolastici ad accendere i riflettori sugli aspiranti insegnanti, controllando i titoli che avevano presentato, in modo da assicurare l’imprescindibile rispetto dei requisiti minimi previsti dalla normativa vigente in materia di insegnamento. Da qui nasce la seconda parte dell’indagine. Due dirigenti scolastici, hanno notato che qualcosa non quadrava. I titoli magistrali presentati da 5 aspiranti insegnanti erano falsi. Certi di questo si sono presentati in Caserma per segnalare l’anomalia direttamente ai Carabinieri.

A quel punto l’indagine si è allargata a macchia d’olio coinvolgendo altri dirigenti, interessati dal fenomeno,  al fine di verificare le posizioni sospette ed escludere ogni illecito accesso al sistema scolastico.

Trovato il falsario dei diplomi: un 69enne di Mangone

Il prezioso lavoro condotto dai Carabinieri di Cosenza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, ha consentito anche di scoprire la ‘mano’ che si nascondeva dietro i titoli finti. Il falsario è un 69enne di Mangone. I dubbi sono diventati certezze dopo la perquisizione domiciliare.

La sua abitazione era stata trasformata in vero e propriodiplomificio. Una centrale del falso organizzata con diversi computer, stampanti e vario materiale informatico, nonché copie cartacee di diplomi già falsificati e materiale utile alla specifica attività.

In particolare, sono state rinvenute 30 stampe di diplomi apparentemente rilasciati dall’“Istituto Nazionale Scuole e Corsi Professionali” compilati con nominativi di insegnanti già emersi nel corso dell’operazione per aver utilizzato titoli falsi, nonché 2 risme di carta pergamenata per diplomi, in bianco, pronte per la stampa. A conclusione delle successive verifiche, così come riportato sull’avviso di conclusione delle indagini preliminari, al pensionato di Mangone è stata contestata la contraffazione di 22 titoli di studio utilizzati dagli indagati nelle istanze presentate ai vari Istituti scolastici e U.S.R..

Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro al fine di cristallizzare le prove raccolte, ma anche per impedire all’uomo di continuare nell’attività illecita.

Da quanto emerge dalle dichiarazioni rese agli inquirenti da una indagata, il falsario, per il tramite di un intermediario, avrebbe chiesto alla donna la somma di 3mila euro in cambio del titolo falso.

I primi allontanamenti

L’attività, ha già portato all’allontanamento di molti degli insegnanti in possesso di titoli falsi, che abusivamente esercitavano la professione, garantendo in tal modo a docenti in regolare possesso delle abilitazioni all’insegnamento di assumere il meritato posto di lavoro. Non si esclude che possano esserci ulteriori rescissioni di contratti tra gli istituti scolastici ed alcuni docenti indagati, tenuto conto del grave danno sociale, oltre che erariale, derivante dai fatti accertati.



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