Torna al lavoro in una Barcellona colpita al cuore, il racconto di una leccese

Una salentina racconta a Leccenews24 quel che si respira a Barcellona dopo il terribile attentato di ieri in cui hanno perso la vita 13 persone e sono rimasti feriti in più di 80. Tra le vittime due italiani.

È tornata a lavoro in un clima surreale di apparente calma e tranquillità. Nella città spagnola, nella splendida Catalogna, sembra un giorno come tanti altri, eppure il pomeriggio prima sulle Ramblas è andata di scena la follia, la morte.

“Sul luogo dell’attentato tutto è stato ripulito, la zona dell’attacco riaperta al pubblico, ma intorno alla città ci sono posti di blocco”. È il racconto di Martina, salentina che vive e lavora a Barcellona come consulente.

Ormai i dettagli si fanno sempre più limpidi dopo quanto accaduto: un furgone si è scagliato a folle velocità sulla gente che si trovava sulle Ramblas, la grande via che conduce al porto, in un attentato terroristico in piena regola che ha portato a 13 morti e quasi 100 feriti. Dopo poco, la rivendicazione dell’Isis.

Tra i feriti tanti, tantissimi turisti. “Nel pomeriggio mi recherò in un ospedale per offrire il mio aiuto. Servono persone che conoscano le lingue, il personale medico ha bisogno di aiuto per le traduzioni”.

Tra i ricoverati in ospedale ci sono alcuni italiani e qualcuno è stato già dimesso. Due nostri connazionali hanno perso la vita.

L’Unità di Crisi della Farnesina – al lavoro per contattare le famiglie e offrire numeri e notizie certe grazie ai continui collegamenti con l’ambasciata di Madrid e il consolato di Barcellona– alle prime battute non aveva dato conferme, ma fonti ufficiose avevano fin da subito riferito che un 35enne lombardo fosse morto nell’attentato. Poche ore e poi sono arrivate le conferme ufficiali dal Ministero: a morire in quei maledetti minuti è stato Bruno Gulotta, informatico di Legnano in vacanza con la famiglia. Oltre a lui ha perso la vita anche un altro italiano, Luca Russo.

Le fonti di stampa hanno raccontato dettagliatamente quanto accaduto: il mezzo come impazzito inseguiva le persone in fuga disperata, poi il conducente ha fatto perdere le sue tracce e ora la Polizia indaga alacremente dopo aver arrestato tre presunti complici. Eppure l’orrore non doveva finire qui, a quanto pare: dopo l’attacco a Barcellona cinque kamikaze sono stati uccisi nella notte dagli agenti spagnoli a Cambrils, cittadina turistica a circa 100 km a sud della Capitale catalana. Un vero e proprio progetto terroristico, insomma.

“Mai avremmo immaginato potesse accadere – prosegue Martina – si vive tranquilli a Barcellona, ma ora è solo dolore”.



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