
La Procura leccese chiude l’inchiesta con 24 indagati per una presunta mega truffa, con false assuzioni all’interno di una cooperativa gallipolina, per ottenere le indennità di disoccupazione, durante il periodo del Covid, per un importo superiore ai 116.000 euro. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari porta la firma del pm Simona Rizzo.
Tra gli indagati compaiono un 74enne di Gallipoli presidente di una cooperativa ed un libero professionista di 43 anni, nelle vesti di consulente del lavoro e commercialista per conto della società.
I 24 indagati rispondono a vario titolo, dell’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.
In base alla tesi accusatoria, i finti dipendenti erano inquadrati all’interno della cooperativa con mansioni differenti come quelle di segretario, meccanico, addetto alle pulizie, esattore, riparatore di veicoli, addetto alla sicurezza. In realtà, dalle indagini, sarebbe emerso come i suddetti soggetti non avessero mai prestato alcuna attività lavorativa. Nonostante ciò, grazie al piano truffaldino messo in atto con il supporto di un commercialista e del presidente della cooperativa, sarebbero riusciti ad ingannare l’INPS ed a percepire indennità durante il periodo del Covid per oltre 116.864 mila euro. Difatti, 76.662 mila euro di contributi e trattenute non sono mai stati versati all’istituto di previdenza. Le indennità, come emerso dalle indagini, si fondavano sull’ apparente attestazione dell’astensione dal lavoro per malattia, stato di gravidanza, maternità e disoccupazione.
In che modo funzionava il maxi raggiro ai danni dell’Istituto di previdenza? Gli indagati inviavano, attraverso le credenziali dello studio del commercialista, le dichiarazioni telematiche di assunzione. E la cooperativa di Gallipoli, così facendo, maturava un ingente credito contributivo per i lavoratori, con relativo danno all’Erario.
Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe Minerva, Sergio Luceri, Daniele Scala, Angelo Terragno, Paola Scialpi, Daniel Viva, Giampiero Tramacere, Luigi Suez, Sebastiano Conte, Marco Costantino, Giovanni Apollonio, Massimo Lucio Astore, Antonio Tommasi, Raffaele Zocco, Angelo Greco, Francesca Carrozza, Carlo Viva, Loredana Maruccia, Rosalba Pindinello, Paolo Meleleo, Simone Metrangolo, Giuseppe Boselli, Giandomenico Daniele, Maria Azzurra Ciccarese.
Gli indagati hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o per produrre memorie difensive prima che il pm Simona Rizzo chieda il rinvio a giudizio e dunque il processo.