
Due sorelle foggiane dovranno difendersi dall'accusa di truffa aggravata in concorso. Due famiglie di turisti, lo scorso agosto, avevano sborsato 200 euro a titolo di caparra – dopo la lettura di un annuncio su internet – per affittare dei locali e trascorrere un periodo di vacanza nella città idruntina. Ma una volta arrivate in Salento, di veritiero non c'era nemmeno la via trascritta sull'apposito spazio web.
Agosto, piena estate, turisti con le valigie in mano e pronti ad inalare l'atmosfera magica che solo il Salento riesce ad offrire nella stagione più calda e caotica dell'anno. Molta gente si affida alle agenzie di viaggio per organizzare la propria vacanza, sebbene stia crescendo il numero di persone che invece preferisce vedersela da sé. A volte, però, dietro annunci sparsi per internet – spesso con tanto di fotografie apparentemente veritiere – possono celarsi "bidoni" dalle dimensioni notevoli. Pare che un episodio simile abbia interessato due famiglie di turisti che quest'estate avrebbero trascorrere un periodo di ferie a Otranto, zona balneare letteralmente "invasa" a cominciare dal mese di gugno.
Notando sul sito di annunci "subito.it" le graziose immagini, entrambe sborsarono – mediante accredito su carte prepagate Postpay – la quota di duecento euro a titolo di caparra, onde bloccare le abitazioni sponsorizzate sull'apposito spazio web. Tutto sembrava fosse andato per il verso giusto, almeno fino al giorno dell'arrivo nel "Tacco d'Italia"; infatti, ad attendere gli ignari affittuari non vi erano affatto i locali documentati nelle foto viste in rete. Semplicemente perché non esistono, compresa la via. Inutili i tenativi di contattare chi aveva messo l'annuncio. I carabinieri idruntini, ovviamente, hanno ritenuto che il danno non sia da considerare solamente dal punto di vista economico (anche se in tempi di crisi anche duecento euro fanno la differenza) ma anche, e soprattutto, morale. Mica è facile trovare locali disponibili a Otranto nell'affollato mese di Agosto. A conclusione delle indagini, avviate dopo che le parti lese avevano sporto denuncia in base a quanto accaduto, i militari avrebbero individuato le responsabili: si tratta di due sorelle foggiane, rispettivamente di 43 e 44 anni, che adesso dovranno difendersi dall'accusa di truffa aggravata in concorso.