Promettono un lavoro e offrono un porta a porta, l’appello ai giovani “Informatevi sui social”

Stefano, dopo aver letto l’articolo sulle offerte di lavoro “fasulle”, ha voluto raccontare la sua esperienza e lanciare un appello ai giovani

‘Gentilissima Redazione di Leccenews24.it, non ce l’ho fatta ad ignorare il vostro articolo sull’offerta fasulla di lavoro a Lecce. Sono passati 11 anni ed è da 11 anni che mi ribolle il sangue. Anche adesso che ho un lavoro stabile e ben retribuito (non come quello dell’articolo…), faccio ancora fatica a dimenticare e soprattutto a rimanere indifferente davanti al problema occupazionale di tanti ragazzi. E mi chiedo, anzi, come le istituzioni possano esserlo…’.

Inizia così la lettera che riceviamo da Stefano all’indomani della pubblicazione dell’articolo relativo alla storia di una lettrice di Leccenews24 che, nei giorni scorsi, era stata vittima di una offerta fasulla di lavoro, offerta dalla quale si era sentita non solo presa in giro, ma anche umiliata. E quando l’aveva raccontato ai suoi amici, qualcuno di loro le aveva girato una vecchia inchiesta della nostra testata che, nel 2015, raccontava un episodio simile.

Come si vede passa il tempo, ma queste situazioni vergognose continuano ad esistere e creano il voltastomaco in tanti. In molti altri, tra quelli che le hanno vissute, aprono quasi una ferita non rimarginata perchè non c’è nulla di più meschino dell’approfittare della buona predisposizione, dell’entusiasmo e in alcuni casi del bisogno di  chi cerca un lavoro per affermarsi o per aiutare la famiglia.

“Anche io, proprio come la ragazza dell’articolo, 11 anni fa, sono stato preso in giro da un annuncio di lavoro su un noto sito dove si incontrano domanda e offerta. L’annuncio non parlava di stipendio come nel caso da voi raccontato, ma di una ricerca di semplici figure professionali: magazzinieri, addetti vendita e personale impiegato. Mi presentai ad un colloquio presso un’ abitazione adibita ad ufficio. Ad accogliermi un ragazzo ben vestito (in smoking), con l’accento siciliano (ricordo ancora il cognome), il quale per tutta la durata del colloquio non menzionò nessuna delle figure ricercate nell’annuncio, ma svelò subito cosa avrei dovuto fare il giorno dopo: avrei dovuto svolgere attività “porta a porta”. Il giorno dopo non mi presentai e iniziai ad indagare su questa azienda e sull’individuo con cui avevo avuto a che fare. Per farla breve, tutti conoscono da anni questi individui, conoscono con quale nome aziendale si propongono, ma nessuno può fare niente. Non c’è nessuna Legge che tutela il disoccupato e probabilmente non esiste nemmeno il reato di truffa sugli annunci di lavoro”.

Insomma, una “disavventura” mai dimenticata. Da qui l’appello ai più giovani di me: “Avete un potente mezzo che è internet! Avete i social! Avete soprattutto l’intelligenza e la cultura! Fate Attenzione e informatevi sempre!'”.