Usura nei confronti di un imprenditore vinicolo morto suicida: Imputato condannato a 6 anni

Fabio Tondo, 47enne di Copertino, dovrà anche risarcire con la somma di 40mila euro ciascuno, gli eredi di Petito costituitisi parte civile

Si conclude con la condanna il processo con rito ordinario a carico dell’imputato accusato di usura nei confronti dell’ex presidente della storica cantina sociale “Cupertinum”. Oggi, i giudici della prima sezione colegiale (Presidente Gabriele Perna), hanno inflitto la pena di 6 anni, nei confronti di Fabio Tondo, 47enne di Copertino.  L’uomo dovrà corrispondere la provvisionale di 40mila euro ciascuno (oltre al risarcimento in separata sede), agli eredi di Mario Petito costituitisi parte civile con l’avvocato Francesca Conte.

L’imputato è assistito dal legale Anna Inguscio che una volta depositate le motivazioni della sentenza presenterà ricorso in Appello.

Invece, negli anni scorsi, è arrivata l’assoluzione con formula piena “per non aver commesso il fatto”, per il coimputato Sandro Di Lorenzo. La sentenza è stata emessa, dal Gup Vincenzo Brancato nel processo celebratosi in abbreviato, dopo che il suo avvocato Luigi Rella, aveva proclamato l’innocenza del proprio assistito, per mancanza di prove ed indizi.

L’inchiesta

Mario Petito si tolse la vita dopo aver ingerito un diserbante, il 20 gennaio del 2013, a pochi mesi di distanza dalla vicenda di usura in questione. L’indagine, coordinata dall’allora sotituto procuratore Giuseppe Capoccia, venne avviata con una serie di perquisizioni compiute dai carabinieri della Tenenza di Copertino, in casa di alcune persone che avevano lavorato con l’imprenditore.
Tondo avrebbe preteso da Petito, “interessi usurari in corrispettivo della prestazione di denaro”, in due occasioni ( la prima riguardava la vendita di un oliveto) nel periodo compreso tra settembre del 2011 ed il gennaio 2013. Non veniva invece contestato il reato di istigazione al suicidio.

Va precisato poi che i fatti in questione, pur riguardando il presidente della ‘Cupertinum’, non erano attinenti alle attività imprenditoriali della Cantina bensì a quelle personali.