71enne sotto processo per presunti abusi su tre nipoti: una vittima si costituisce parte civile

Il processo con rito abbreviato è stato rinviato a mercoledì prossimo, quando il gup Sergio Tosi dovrebbe emettere la sentenza.

Si terrà mercoledì prossimo il processo con rito abbreviato a carico del presunto “nonno orco”, accusato di abusi sessuali nei confronti dei nipotini. Intanto, nella mattinata di oggi, il gup Sergio Tosi ha ammesso la costituzione di parte civile di una delle tre vittime attraverso la madre. È assistita dall’avvocato Marcello Rizzo.

Il 71enne leccese risponde del reato di violenza sessuale aggravata. È difeso dall’avvocato Federica Conte.

Secondo l’accusa, il nonno avrebbe molestato a partire dal lontano 2005 e fino al 2018, due nipoti ed un’altra minore di cui era zio “acquisito”. I fatti si sarebbero verificati tra le mura domestiche, quando i piccoli erano in sua compagnia.

In base a quanto emerso in fase d’indagini, tra il 2005 ed il 2008, il 71enne avrebbe costretto il nipote, di appena cinque anni, a compiere atti sessuali contro la sua volontà, durante il riposo pomeridiano nel letto matrimoniale, o la sera sul divano mentre gli faceva vedere alla TV programmi per adulti.

Il presunto “nonno orco”, tra il 2007 ed il 2010, avrebbe abusato della nipotina di anni 13, fino all’età di 16 anni. Non solo attraverso palpeggiamenti nelle parti intime, ma costringendola a subire rapporti sessuali completi in camera da letto. Infine nell’agosto scorso, il 71enne avrebbe molestato una 12enne (di cui era zio acquisito) con toccatine e baciandola in bocca contro la sua volontà.

L’inchiesta

A dare il via alle indagini, coordinate dal pm Maria Rosaria Micucci, sono state le confidenze fatte dall’ultima vittima, prima alla zia e poi alla madre, confluite in una denuncia. Sulla scorta del grave quadro indiziario emerso, il 71enne venne arrestato e condotto in carcere, a seguito dell’ordinanza emessa dal gip Antonia Martalò. Il giudice sottolineò infatti l’attendibilità delle dichiarazioni rese (una di esse venne ascoltata attraverso l’incidente probatorio).

Tale tesi, venne pienamente condivisa dai giudici del Tribunale del Riesame. Il relatore Antonio Gatto, nel provvedimento con cui veniva confermata la misura carceraria, sottolineava :”Dalle sofferte narrazioni rese, emerge il dolore patito e il tentativo di seppellire tutti gli abusi subiti per lunghissimi periodi, senza confidarli a nessuno, neppure ai più stretti congiunti”. E aggiungeva, “Non pare, pertanto, in alcun modo possibile dubitare della parola delle persone offese, le quali, pur riferendo di abusi diversi, lumeggiano, in maniera nitida, la personalità perversa dell’uomo, da sempre pronto ad abusare di qualunque minore gli capitasse sotto tiro, senza risparmiare cognate, figli e nipoti”.

Inoltre, l’età avanzata dell’uomo non è stata ritenuta un’attenuante per evitargli il carcere, poiché il Riesame rimarca come “ha continuato fino al suo arresto a perpetrare le condotte illecite che hanno riguardato praticamente tutta la sua vita e che hanno visto vittime almeno una decina tra cognate, figli e nipoti”. Infatti, durante le indagini, sarebbero emersi altri presunti abusi su elementi della stessa cerchia familiare.



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