Articolo 18, Nicoli, Cisl: ‘Dinamicità non fa rima con precarietà’

Prosegue il dibattito su Leccenews24 sull’Articolo 18 e sul mercato del lavoro. Oggi l’editoriale di Antonio Nicolì, Segretario generale aggiunto Cisl Lecce.

Di Antonio Nicolì*
 
In questi giorni si spreca, nel dibattito politico, una pluralità di interventi generali, e troppo spesso generici, sulla questione dell’art.18, (che ricordiamolo non vieta i licenziamenti in genere, ma solo quelli ingiusti) sulla sua inutilità, sulla sua appartenenza ad un mondo passato e sui prodigi dal punto di vista occupazionale che si genererebbero dalla sua cancellazione. Evitando di concorrere a questo fenomeno mediatico, voglio solo offrire, alla riflessione di quanti ancora osano riflettere, il punto di vista e di esperienza di un sindacalista di provincia che, dedicandosi con spirito di servizio, al pari di tanti altri sindacalisti di provincia, ha modo di captare nel concreto della vita di tante persone un’utilità e, purtroppo, un’attualità dell’art.18.

Capita ancora nel nostro lavoro e servizio di essere interrogati da singoli lavoratori su come esigere il pagamento di lavoro straordinario preteso, a volte con una certa frequenza, ma mai retribuito dal proprio datore di lavoro. O anche su come comportarsi di fronte all’utilizzo del contratto part-time sulla busta paga, per la definizione ridotta della retribuzione, e non nella durata reale della prestazione. O ancora su come pretendere una retribuzione adeguata alla qualifica ed alla mansione svolta e non a quella dichiarata. O addirittura di ferie e permessi azzerati d’ufficio. E potremmo continuare a segnalare fenomeni, per fortuna non generalizzabili, ma certamente non estinti.

La prima cosa che un sindacalista di provincia responsabile chiede al lavoratore è : “Quanti dipendenti ha la tua azienda ?”, perché da questo dipende la possibilità di reagire ad un sopruso, di richiedere il giusto, senza rischiare di subirne uno più grave. Il significato dell’art.18 non sta quindi nel numero e nella qualità delle controversie legali generate, ma nella deterrenza alla negazione della dignità in un rapporto contrattuale nel quale la forza dei contraenti è dispari.

Due domande per concludere. Il dualismo del mercato del lavoro si affronta riducendo o generalizzando la precarietà? Il dinamismo nel mercato del lavoro si genera davvero negando diritti e rappresentanza o aggredendo i limiti, ancora una volta rimossi, di un Paese che non sa guardare al futuro e che si chiamano evasione fiscale, sistema corruttivo, burocrazia, abbandono di ogni politica industriale  e di crescita ? Veri freni all’intrapresa ed agli investimenti.    
                                                                       
*Segretario generale aggiunto Cisl Lecce



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