Un fronte comune composto da 13 organizzazioni sindacali e datoriali ha espresso il proprio forte disappunto a S.E. Natalino Manno, Prefetto di Lecce, per non essere stato invitato all’iniziativa di contrasto al dumping contrattuale tenutasi in Prefettura lo scorso giovedì 4 dicembre 2025.
Le associazioni coinvolte – Federaziende, Laica, Anpit, Federterziario, Fedimprese, Confintesa, Ugl, Confsal Ciu-Aldepi-Snapel, Unsic, Federdipendenti e Unsic – hanno deciso di rivolgersi alla massima autorità governativa provinciale attraverso un documento unitario, sottolineando la loro ferma posizione contro il dumping e rivendicando il diritto a partecipare a tali importanti discussioni in quanto associazioni “largamente rappresentative”.
L’incontro in questione, intitolato “Valore al Buon Lavoro. Contrastare il dumping contrattuale valorizzando la legalità, l’equità nel lavoro e la rappresentanza”, si è svolto nel Salone degli Specchi della Prefettura di Lecce ed è stato promosso da un ampio Partenariato Economico Sociale (PES) provinciale, in stretta sinergia con la Prefettura e la Provincia di Lecce.
Il partenariato organizzatore era composto da: Cgil Lecce, Cisl Lecce, Uil Lecce, Confcommercio Lecce, Confesercenti Lecce, C.l.a.a.i. Lecce, Confindustria Lecce, Coldiretti Lecce, Cia Puglia, Confagricoltura Lecce, Confartigianato Lecce, Cna Lecce, Casartigiani Lecce, Confapi Lecce, Confcooperative Lecce, e Legacoop Puglia.
Le 13 organizzazioni escluse lamentano di essere venute a conoscenza dell’iniziativa, volta a delineare strategie comuni per la tutela dei diritti e della qualità dell’occupazione, solo attraverso la stampa locale.
“Anche noi siamo contrari al dumping”
Nella nota congiunta indirizzata al Prefetto, le associazioni sottolineano con forza la loro opposizione a qualsiasi forma di concorrenza sleale e all’applicazione di contratti collettivi di lavoro ‘pirata’. Queste pratiche, spiegano, sono messe in atto per ridurre i costi del lavoro, con la conseguenza di svantaggiare i lavoratori attraverso salari e tutele inferiori, creando al contempo distorsioni di mercato che penalizzano le imprese oneste.
“Non è dato sapere chi abbia stilato l’elenco delle associazioni maggiormente rappresentative del territorio, ma a Sua Eccellenza il Signor Prefetto con la presente missiva ci permettiamo di rappresentare che, le scriventi Organizzazioni Datoriali e Sindacali, sono contrarie ad ogni forma di concorrenza sleale…”
Le organizzazioni richiamano l’articolo 36 della Costituzione, che stabilisce il diritto del lavoratore a una retribuzione proporzionata e sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa. Per tali ragioni, si augurano che in futuro la Prefettura, definita “la casa del Governo”, sia “aperta a tutte le parti sociali” contrarie al dumping contrattuale, garantendo pari opportunità e uguale riconoscimento.
Rappresentatività e nuove normative
Le associazioni contestano inoltre i criteri di selezione per l’accesso a tali iniziative, puntando l’attenzione sul concetto di “rappresentatività”.
Critica al PES: viene precisato che il Partenariato Economico Sociale (PES) della Regione Puglia è un processo di collaborazione specifico tra Regione e attori sociali per le politiche regionali (in particolare il programma Puglia Fesr-Fse 2021-2027), e non necessariamente un criterio per la convocazione prefettizia.
Requisiti Ministeriali: le associazioni ricordano che spetta al Ministero del Lavoro certificare la maggiore rappresentatività attraverso requisiti oggettivi (circolare n. 14/1995), come la consistenza associativa, la diffusione territoriale e l’aver siglato contratti collettivi nazionali depositati al CNEL.
Viene anche citata la Legge delega n. 144 del 26 settembre 2025 in materia di retribuzione e contrattazione collettiva, che stabilisce la necessità di definire i contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati in base al numero di imprese e dipendenti. L’obiettivo della nuova legge è duplice:
– Fare in modo che il trattamento economico minimo di tali contratti costituisca la condizione economica minima (Art. 36 Cost.) per i lavoratori della medesima categoria.
– Favorire lo sviluppo della contrattazione di secondo livello (aziendale e provinciale) per tenere conto del costo della vita che varia nei diversi territori del Paese.
Le associazioni sottolineano come la nuova normativa miri alla qualità dei contratti, indipendentemente dal grado di rappresentatività formale dei soggetti stipulanti.
Alla luce di quanto esposto, le 13 organizzazioni hanno chiesto formalmente a S.E. il Prefetto un incontro per poter discutere del tema e riaffermare il loro ruolo attivo e la loro contrarietà alla piaga del dumping contrattuale.
