Boom della cassa integrazione straordinaria nel Salento, il 2019 registra un + 40%

Preoccupato il segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto: “Permane una situazione critica con aziende in sofferenza e posti di lavoro a rischio”.

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“Ancora una volta ci troviamo di fronte a un quadro preoccupante, i dati sono critici e ci dicono che la situazione non è affatto migliorata sul fronte del mercato del lavoro nella nostra provincia”, con queste parole il segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto, commenta i dati sulla disoccupazione in provincia di Lecce che certificano come, il 2019 si chiuda con un totale di 1 milione e 300 mila ore di cassa integrazione autorizzate nella provincia di Lecce, in lieve calo – appena il 12% in meno – rispetto al 2018.

“Il nostro tessuto produttivo è ancora in sofferenza – sottolinea il sindacalista – e c’è urgente bisogno di politiche attive efficaci, in grado di creare sana e stabile occupazione, così come occorre porre un argine al diffondersi di lavoro precario e malpagato in tutti i settori. Sul fronte dell’inclusione al lavoro, non saranno certo i lavori socialmente utili che realizzeranno le politiche attive”.

I dati

Da quanto emerge dal XII rapporto elaborato dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale sulla base dei dati Inps, nello specifico massiccia è stata la richiesta di cig straordinaria che, con oltre 447mila ore autorizzate nell’anno, ha registrato un incremento del +40%, da cui deriva un segnale di persistente difficoltà di molte aziende salentine. Oltre 850mila sono state invece le ore richieste per la gestione ordinaria, circa il 10 % in meno rispetto al 2018.

Si salva solo l’industria

Tra i principali settori produttivi, a livello regionale solo l’industria ha registrato un aumento di richieste rispetto al 2018 del +69%, mentre risultano in calo edilizia (-21), artigianato (-100) e commercio (-18,5). I posti di lavoro salvaguardati dalla cassa integrazione in tutta la regione sono stati 9.457 (di cui 1.500 circa solo nella provincia di Lecce), ben 2.600 in più rispetto all’anno precedente.

La retribuzione

In questo XII rapporto, la Uil ha condotto anche una simulazione della retribuzione media annua netta “persa” dalle lavoratrici e lavoratori posti in cassa integrazione a zero ore nel 2019, prendendo a riferimento le retribuzioni medie annue di operai ed impiegati, mettendole a confronto con i sussidi erogati e le ore di cassa integrazione autorizzate. In valori assoluti, le buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione a zero ore, si sono “alleggerite” nel 2019, di oltre 301 milioni di euro che corrispondono a 2.365 euro medi netti annui pro-capite (il 14,4% della retribuzione totale). Si pone, pertanto, il tema della rivalutazione dei tetti massimi del sussidio della cassa integrazione che oggi sono fissati per legge a 993 euro mensili lordi per chi percepisce una retribuzione inferiore o uguale a 2.148 euro, e a 1.194 euro lordi per retribuzioni superiori. Secondo la Uil, la rivalutazione dovrebbe essere ancorata agli aumenti contrattuali e non soltanto al tasso di inflazione annua che, come noto, negli ultimi anni ha registrato indici prossimi allo “zero”.

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Salvatore Giannetto

“Servono investimenti pubblici e privati su infrastrutture materiale e immateriali – conclude Giannetto –  e, in questo senso, l’idea di provare a costruire una strategia comune per Lecce e Brindisi con il Cis, il contratto istituzionale di sviluppo, è un’occasione importante. Dobbiamo ragionare su percorsi di formazione, innovazione e ricerca, su investimenti industriali sostenibili e l’attrattività dei territori. Servono infrastrutture moderne, in grado di connettere le nostre imprese con i mercati che contano, serve un salto di qualità per un rilancio dello sviluppo”.



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