Stop al superbonus, Federaziende chiede al Governo un ripensamento: ‘A rischio il futuro del comparto edile’

Bonus edilizia, lo stop del Governo Meloni allarma Federaziende: “Rischio paralisi per un sistema di imprese con centinaia di migliaia di addetti”

La scelta del Governo Meloni di archiviare la stagione del Superbonus, adducendo la motivazione di una spesa pubblica fuori controllo, potrebbe avere conseguenze gravissime sul comparto dell’edilizia. Anzi, ad essere più chiari, il rischio alle porte è quello di una vera e propria paralisi del sistema con la conseguente ricaduta occupazionale sulle imprese e sugli addetti del settore. È per questo che Federaziende scende in campo, lanciando l’allarme.

“Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema – afferma Simona De Lumè, Presidente Nazionale di Federaziende –, invece non solo non c’è nessuna risposta ma, al contrario, il Governo ha bloccato, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti. Con questa situazione ci potremmo trovare, infatti, sia con il problema irrisolto dei crediti incagliati sia a non poter operare più su nuove potenziali commesse legate ai bonus”.

Simona De Lumè
Simona De Lumè

Nei giorni scorsi, è stato emanato dall’Esecutivo un decreto legge che di fatto vieta la cessione dei crediti, lo sconto in fattura e blocca le operazioni di acquisto dei crediti incagliati da parte degli enti locali. Inevitabili le ricadute, per Federaziende, in primis quella dello stop immediato del mercato e di un comparto dà lavoro a centinaia di migliaia di imprese e lavoratori.

Parliamo di un provvedimento che riguarda le tante attività imprenditoriali e artigianali che, sulla base delle norme sinora vigenti e non certo di un capriccio, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, poi, di poter continuare ad operare anche attraverso i bonus fiscali. Tutto d’un tratto, invece, sparisce uno degli aiuti esistenti, forse il principale in questa particolare congiuntura economica, funzionale al raggiungimento degli obiettivi green che l’Unione Europea è in procinto di approvare. Non da meno le ricadute sul blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che comporta l’eliminazione di un altro possibile aiuto nello sblocco dei crediti incagliati, ovvero di quelle somme che sono in attesa di essere prima sbloccate e successivamente indirizzate nel mercato edile.

“Quello del Governo è un provvedimento inaspettato, ingiusto e dannoso – commenta Eleno Mazzotta, Segretario Generale Nazionale di Federaziende -, che lascia increduli noi e tutte le imprese artigiane e i professionisti che operano nel Sistema Edile. Per questo speriamo in un ripensamento del Governo per evitare ulteriori situazioni di crisi finanziaria per le realtà produttive e un problema di carattere “sociale” per quei committenti più deboli o addirittura fiscalmente incapienti che hanno basato la fattibilità dei lavori sulla possibile opzione di cessione del credito o sconto in fattura”.

Eleno Mazzotta

Secondo Federaziende è grave anche l’intervento fatto sugli Enti Pubblici che fa tramontare la tanto apprezzata iniziativa di far acquistare dalle Regioni milioni di euro di crediti: “I bonus e gli incentivi nel settore delle costruzioni, soprattutto in questi anni di situazione congiunturale proibitiva, hanno dato prova di essere stati apprezzati e praticati su larga scala dando forte impulso al rilancio dell’edilizia e di tutto l’indotto. Soprattutto nel comparto artigiano edile, settore chiave dell’economia nazionale, hanno avuto un peso specifico importantissimo sia in termini di fatturato che di occupati. Purtroppo, nonostante l’enorme mole d’investimenti che sono andati a ricadere positivamente su imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora diversi miliardi di euro che le realtà del Sistema Edile non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti. Ovvero migliaia di imprese rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità’.

Insomma, sembra essersi squarciato il velo dell’ipocrisia che nascondeva lo sblocco dei crediti fiscali dietro al paravento delle pur fastidiosissime e dannosissime frodi. La verità è che lo sblocco di quelle somme incagliate dipendeva e dipende dalla loro classificazione nel bilancio dello Stato; siamo davanti ancora una volta a un dietro front sulla base di una previsione errata da parte del Legislatore. Peccato, però, che nel frattempo le imprese si siano organizzate e anche tante famiglie di operatori del settore abbiano pianificato il loro futuro, mentre adesso, dall’oggi al domani, si vedono spinte verso il baratro dell’incertezza. Senza poi tenere conto del fatto che che per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica prefissati, è ovvio che non si potrà prescindere da percentuali di detrazione “accattivanti”, almeno per gli interventi energetici e antisismici, per i quali concedere le cessioni a terzi. Quanti cantieri sarebbero partiti, infatti, senza la possibilità di cessione del credito fiscale? Le dichiarazioni di apertura del Governo su una possibile modifica del decreto per il momento non convincono Federaziende.



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