
La conferma che arriva dalla Consob, l’ente pubblico fondato nel 1974 con lo scopo di garantire la trasparenza del mercato finanziario e di tutelare gli investitori, è ufficiale: c’è la volontà da parte di Giancarlo Devasini di diventare il secondo azionista della Juventus, dopo Exor (con il 65%), società di investimento controllata della famiglia Elkann.
Giancarlo Devasini è un manager italiano che ha mostrato un’ampia gamma di interessi imprenditoriali, spaziando dall’elettronica alla consegna di cibo a domicilio, prima di approdare al mondo delle criptovalute nel 2012; è noto soprattutto per essere il co-fondatore e direttore finanziario di Tether.
I tifosi juventini possono stare tranquilli, non si tratta di una operazione speculativa e le parole di Paolo Ardoino tolgono ogni dubbio: “In linea con il nostro investimento strategico nella Juve, Tether sarà un pioniere nell’unire nuove tecnologie, come asset digitali, intelligenza artificiale e biotecnologie, con la consolidata industria sportiva per guidare il cambiamento a livello globale.” E ha aggiunto: “Esploreremo le strade per collaborazioni innovative e il potenziale per rivoluzionare il panorama sportivo globale”.
In sintesi, Giancarlo Devasini è un imprenditore visionario che ha saputo anticipare le potenzialità delle criptovalute e continua a investire in progetti promettenti nel mondo degli asset digitali, contribuendo all’evoluzione di questo settore in rapida crescita.
Paolo Ardoino è il direttore tecnico (CTO) di Tether ed è considerato un esperto di tecnologia blockchain.
Tether Investments, la sua società di investimento che opera nel settore delle criptovalute, ha creato la stablecoin USDT.
Le stablecoin sono un tipo particolare di criptovaluta il cui valore è legato a quello di una valuta tradizionale (come il dollaro USA o l’euro) o di una materia prima (come l’oro). Questa caratteristica le rende meno volatili rispetto ad altre criptovalute come Bitcoin o Ethereum, il cui valore può variare notevolmente nel tempo.
Alcune stablecoin utilizzano complessi algoritmi per regolare automaticamente l’offerta e la domanda, in modo da mantenere il prezzo stabile.
Nonostante il suo successo, Tether è stata oggetto di controversie e preoccupazioni riguardo alla sua trasparenza e alle riserve a sostegno del suo valore.
Zeke Faux, giornalista investigativo di Bloomberg, ha dedicato diverse inchieste e un libro, “Number Go Up“, a Tether e alla sua stablecoin USDT. Il suo lavoro ha sollevato dubbi e preoccupazioni sulla trasparenza e sulla solidità delle riserve di Tether, nonché sulle sue operazioni finanziarie.
In particolare, Faux ha messo in discussione la composizione delle riserve di Tether: secondo le sue inchieste, le riserve di Tether non sarebbero costituite principalmente da liquidità in dollari, come dichiarato, ma includerebbero anche asset rischiosi, come obbligazioni cinesi e crediti garantiti da criptovalute. Faux ha espresso preoccupazioni sulla capacità di Tether di rimborsare tutti i titolari di USDT in caso di una massiccia richiesta di conversione, mettendo in dubbio la stabilità dell’ancoraggio al dollaro della stablecoin. Ed ha poi ancora indagato sui legami tra Tether e la piattaforma di trading di criptovalute Bitfinex, entrambe controllate dalla stessa società, sollevando sospetti su possibili conflitti di interesse e manipolazioni di mercato.
Le inchieste di Faux hanno suscitato un ampio dibattito nel mondo delle criptovalute e hanno spinto le autorità di regolamentazione a intensificare il loro controllo su Tether e sulle stablecoin in generale. È importante notare che Tether ha sempre contestato le accuse di Faux, affermando di avere riserve adeguate a coprire tutti gli USDT in circolazione e di operare in modo trasparente e responsabile. Tuttavia, le preoccupazioni sollevate da Faux e da altri osservatori rimangono e continuano a essere oggetto di discussione.
Di fatto il mondo delle criptovalute entra in quello del calcio e altri club sarebbero pronti a navigare in questo mare.