Lavoro, pubblicato il X rapporto della Uil «Si sblocchino i cantieri o la bomba sociale esploderà»

Pubblicato ieri il decimo rapporto della Uil di Lecce sulla base dei dati Inps. Giannetto: ‘Grave la minore copertura per la cassa e mobilità in deroga che celermente ed irresponsabilmente sta attuando il Governo Renzi’.

«Sono 516.792 le ore di cassa integrazione autorizzate complessivamente nel mese di ottobre alle aziende della provincia di Lecce, in calo del 53,8 per cento sul mese precedente (1.118.249) e in aumento del 7,2 per cento su ottobre 2013 (482.051)»

Esordisce così il X rapporto della Uil di Lecce, presentato ieri agli organi di stampa dal segretario provinciale Salvatore Giannetto. Allora subito si pensa ad un dato finalmente positivo. Forse che il dimezzamento delle ore di cassa integrazione sul mese precedente, sul mese di settembre, significa che è iniziata la ripresa e i lavoratori stanno cominciando lentamente ma inesorabilmente a ritornare al lavoro pieno? Nient’affatto. La Uil gela subito ogni forma di entusiasmo e spiega le motivazioni di quel segno meno: le aziende hanno semplicemente terminato le risorse che avevano a disposizione a stanno avviando le procedure di licenziamento. Insomma, nessun abbassamento della guardia, nessun ottimismo, ma invece l’allestimento di un autentico trampolino di lancio per preparare un inverno caldo, caldissimo, dal punto di vista del lavoro, un inverno in cui ci si deve preparare a stare accanto ai lavoratori che vedono sfumare il loro lavoro e la stabilità economica delle proprie famiglie.

La situazione del mercato del lavoro nel Salento e in Puglia – commenta il segretario generale della Uil di Lecce Salvatore Giannetto – continua a vivere un momento di grande incertezza, nonostante da più parti si tenda a sminuire gli effetti della crisi economica. I numeri parlano da soli: in tutta la Puglia, i lavoratori in cassa integrazione registrati nel mese di ottobre, risultano essere ben 23.283. Anche il calo di richieste di interventi straordinari e in deroga registrato nella nostra provincia non è affatto positivo, piuttosto è la dimostrazione che le nostre aziende hanno esaurito le risorse, pur in presenza di un bisogno reale e crescente più volte dichiarato. Gli interventi in deroga, va ricordato, risentono dei fermi amministrativi per carenza di stanziamenti”.

Giannetto non ci pensa due volte ad attaccare il governo centrale, poiché è proprio da lì, è proprio dal famoso o famigerato Jobs Act, a detta della Uil, che partono gli scricchiolii del sistema del welfare. Senza un’adeguata copertura finanziaria per gli ammortizzatori sociali, il rischio dell’insostenibilità sociale delle riforme che ha in mente il governo diventa assoluta. C’è bisogno di riattivare i cantieri, di sbloccare le opere pubbliche e di facilitare quelle private, c’è la necessità di mettere in moto la macchina del lavoro.

«È sbagliato e forse irresponsabile, nel pieno della tempesta che si sta abbattendo sull’occupazione, pensare di ridurre temporalmente ed economicamente lo strumento che fa da argine alla disoccupazione. Il Parlamento e il Governo farebbero bene a ripensare a questa scelta. Le Riforme funzionano se sono socialmente sostenibili, se migliorano le condizioni di vita di milioni di persone e se sono utili al sistema produttivo. Insomma – conclude Giannetto – in questa fase vanno invece mantenuti, con gli stessi criteri di sempre, gli ammortizzatori sociali esistenti e destinate congrue risorse alla cassa in deroga. Politiche diverse, al momento, produrrebbero incertezze e blocchi del sistema di sostegno al reddito, con danni per le imprese e gli oltre 1,5 milioni di lavoratori italiani protetti da questo strumento».



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