Le criptovalute sono ecocompatibili? E sorgono dubbi ambientali…

Aumenta la sensibilità ambientale mentre produrre criptovalute richiede molta energia e un considerevole consumo di risorse.

L’impatto ambientale delle criptovalute é un argomento complesso e dibattuto, con implicazioni significative per la sostenibilità.

È importante considerare alcuni aspetti, tuttavia.

Molte criptovalute, in particolare Bitcoin, utilizzano il meccanismo di consenso Proof-of-Work (PoW), spiegato in modo semplice:
quando qualcuno effettua una transazione con una criptovaluta, questa transazione deve essere verificata e aggiunta a un registro pubblico chiamato “blockchain“.

Per fare ciò, i “minatori” devono risolvere un complesso problema matematico, il “puzzle”.
I minatori utilizzano computer potenti per cercare la soluzione del puzzle. Ma i “minatori” sono un po’ come i custodi di un grande libro mastro digitale, chiamato blockchain; e si assicurano che la transazione sia valida.

Questi computer eseguono calcoli complessi, provando milioni di soluzioni al secondo.
Il primo minatore che trova la soluzione corretta può aggiungere un “blocco” di transazioni alla blockchain.

Come premio per aver risolto il puzzle e aggiunto il blocco, il minatore riceve una certa quantità di criptovaluta.

Questo è anche il modo in cui vengono create nuove monete che richiede un’enorme quantità di energia per il “mining” (il processo di validazione delle transazioni e creazione di nuove monete).

La necessità di risolvere complessi problemi matematici, che richiedono hardware specializzati e potenti, ha portato ad un aumento della domanda di energia ed un conseguente aumento dei prezzi dell’elettricità, con un impatto sui costi di produzione e sul consumo delle famiglie.

L’energia utilizzata per il mining proviene spesso da combustibili fossili, contribuendo alle emissioni di gas serra e al cambiamento climatico; ed è paragonabile a quella di interi paesi.

Altro problema é quello legato all’hardware utilizzato per il mining che diventa rapidamente obsoleto, generando una massa enorme di rifiuti elettronici, senza contare il considerevole consumo di acqua per il raffreddamento.

Alcune criptovalute, come Ethereum, stanno passando al meccanismo di consenso Proof-of-Stake, per usare un linguaggio tecnico, che richiede molta meno energia rispetto al PoW.

I validatori vengono scelti in base alla quantità di criptovaluta che possiedono e “mettono in gioco”, riducendo la necessità di calcoli intensivi.

Esistono criptovalute progettate specificamente per ridurre l’impatto ambientale, utilizzando fonti di energia rinnovabile o meccanismi di consenso a basso consumo energetico.



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