Soldi per fare impresa? Nel Salento meglio la Chiesa delle banche

Grazie al microcredito di Solidarietà della Chiesa salentina molti giovani stanno avviando una serie di attività imprenditoriali allo scopo anche di combattere la disoccupazione

L’iniziativa del microcredito di solidarietà per giovani sta mostrando segnali incoraggianti di successo e aiuta concretamente le nuove generazioni a posizionarsi sul mercato del lavoro. Quello che lo Stato non riesce a fare, insomma, lo fa la Chiesa, come sempre è avvenuto nella Storia.

“Se non ci fosse la Chiesa bisognerebbe inventarla, dice Roberto, giovanissimo e ambizioso imprenditore, e non per questioni religiose, ma per esigenze sociali ed economiche. Senza il lavoro costante delle diocesi, delle parrocchie, delle Caritas, e della Conferenza episcopale si vivrebbe davvero molto male, soprattutto al Sud.”

Le parole di Roberto fanno eco a quelle riportate oggi nell’apertura della Gazzetta di Lecce che parla di “boom di aziende giovanili con gli oboli della Chiesa” e questo grazie al microcredito di solidarietà del Progetto Tobia nato nella diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca per volontà del compianto vescovo Vito de Grisantis, scomparso il primo di aprile del 2010.

Un progetto apripista mutuato anche nelle altre diocesi della provincia ecclesiastica, in modo particolare a Lecce e Nardò – Gallipoli, un’iniziativa di concreta solidarietà che sta ottenendo risultati significativi, come nel caso di Marta che nel giro di due mesi, dopo aver presentato la domanda di finanziamento, si ritrova con i soldi in mano per aprire la sua profumeria.

Non come avviene con la Regione, con i fondi della programmazione che rimandano a tempi burocratici lunghi e a meccanismi farraginosi e non come mai potrebbe avvenire con le banche che quando vedono un giovane bussare, nemmeno aprono la porta. Anzi paradossalmente sono le banche stesse che indirizzano i giovani verso la diocesi.

A Ugento, come a Nardò, come a Lecce i giovani sanno ormai di avere una chance, purché abbiano in testa un’idea progettuale precisa e dotata delle caratteristiche giuste sul piano della moralità e della sostenibilità.

Una possibilità offerta a tutti, non solo ai credenti o ai praticanti cattolici, perché la Chiesa di Roma non fa distinzioni tra fedeli e infedeli e in questo, chiaramente, è unica.

Nella Chiesa al tempo di Papa Francesco vale anche e soprattutto l’esempio buono che arriva dalla Metropolia di Lecce con le sue piccole ma dinamiche diocesi, che supera in interesse la notizia della paga dei preti, come qualche inchiesta giornalistica punta a far emergere.

Un conto sono gli stipendi dei cardinali, un conto quelli dei sacerdoti e dei parroci, che devono pur vivere, magari con stipendi minimi da soglia di povertà, ma che consentono a tanti altri di trovare speranza nel futuro e perché no, magari anche di avere successo nell’impresa.