È stato presentato alla Prefettura di Lecce l’Atto di indirizzo in materia di tutela delle condizioni di lavoro negli appalti elaborato dall’Osservatorio Permanente Provinciale sulla Cooperazione.
L’Osservatorio rappresenta un baluardo importante in materia di tutela delle condizioni di lavoro negli appalti posti in essere dalle stazioni appaltanti pubbliche. L’intento è quello di contrastare i fenomeni di elusione della concorrenza leale e di dumping contrattuale ed il rispetto dei minimi retributivi negli appalti.
L’Atto di indirizzo, presentato insieme al Prefetto Luca Rotondi dal direttore dell’ITL di Lecce, Alessandria Pannaria, si propone di individuare le opportune strategie di prevenzione e contrasto al fenomeno delle società cooperative ‘spurie’, fenomeno sempre più diffuso sul territorio. Ma se su queste società fraudolente la letteratura è vasta, poca fino ad ora è stata l’attenzione posta ai problemi di chi lavora all’interno di queste imprese che spesso rappresentano un autentico girone infernale della condizione del lavoro all’interno di un involucro, quello cooperativistico appunto, che sarebbe canonicamente e costituzionalmente (art. 45 della Costituzione Italiana) rivolto a promuovere la partecipazione e l’autentica mutualità tra lavoratori, combattendo il lavoro nero e promuovendo l’inclusione sociale.
L’Atto di indirizzo in materia di tutela delle condizioni di lavoro negli appalti elaborato dall’Osservatorio Permanente Provinciale sulla Cooperazione segna un impegno comune a tutela di un settore, quello degli appalti pubblici, a forte ricaduta sociale ed economica, che ha registrato in Italia, nell’anno 2022, ben 13 milioni di posti di lavoro ed il cui valore economico è stato di ben 290 miliardi di euro, per un totale di 233mila procedure di gara, con una importante crescita nel settore dei lavori ed una progressiva centralità nei servizi e nelle forniture che rappresentano l’ambito più dinamico e aperto alla innovazione.
Un settore, quello degli appalti pubblici, di rilievo anche in Salento.
Le Segreterie Provinciali di Cgil, Cisl e Uil, nell’ occasione dell’ incontro odierno, hanno chiesto di tenere alto il livello di guardia per il rispetto, da parte delle stazioni appaltanti, dei CCNL di categoria sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi al fine di contrastare i contratti pirata, il diffuso dumping contrattuale e sociale e le distorsioni del mercato e dei meccanismi di concorrenza, sia in fase di appalto che di subappalto. Il tutto ampliando le azioni di monitoraggio e controllo, non sempre possibili a causa di un corpo ispettivo sempre più in affanno a causa di una pianta organica sottodimensionata, attenzionando l’ancora diffuso ricorso alle offerte “anomale”, all’insidioso criterio del massimo ribasso.
Alla presentazione dell’ Atto di indirizzo sono intervenuti il vice direttore di Inps Antonio Tommasi e la direttrice di Inail Claudia Pastorelli.
Le dichiarazioni di Cgil Lecce, Cisl Lecce e Uil Lecce
‘Ringraziamo il Prefetto di Lecce – hanno affermato Valentina Fragassi, Segretaria Generale Cgil Lecce, Ada Chirizzi, Segretaria Generale Cisl Lecce, Mauro Fioretti, Coordinatore Provinciale Uil Lecce – per la sensibilità dimostrata, per aver voluto, con propria nota, trasmettere l’atto di indirizzo ai soggetti istituzionali del territorio ‘con preghiera di assicurare la più ampia diffusione e condivisione delle relative linee guida nelle procedure ad evidenza pubblica per la realizzazione di lavori di servizi e forniture’, per averlo voluto inserire all’interno del più ampio ‘quadro delle azioni di…sensibilizzazione in tema di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro’, nonché di legalità e trasparenza”.
L’intervento di Federaziende
Sulla presentazione dell’Atto di indirizzo in materia di tutela delle condizioni di lavoro negli appalti interviene su Leccenews24 anche il Segretario Generale di Federaziende, Eleno Mazzotta: ‘Sono certamente apprezzabili tutte quelle iniziative che vanno nella direzione di promuovere la tutela e la sicurezza della vita degli esseri umani. Tuttavia devo osservare che secondo la nostra organizzazione, come già ribadito in diverse circostanze, la qualità di un contratto non è direttamente proporzionale al grado di rappresentatività di un’Organizzazione Datoriale. Sono due concetti che, con onestà intellettuale, dovrebbero essere trattati in maniera differente. Tra l’altro diversamente opinando non sarebbe garantita la libertà sindacale evocata dall’art. 39 della costituzione repubblicana. Invero, recenti sentenze del giudice del Lavoro di Milano hanno eccepito la mancata osservanza da parte di diversi CCNL, sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi, dei principi costituzionali sanciti dall’art. 36 della costituzione. Il CCNL settore vigilanza ad esempio prevedeva una paga oraria di 3,96 euro l’ora… Tanto a comprova che il grado di rappresentatività non è certezza di qualità del contratto. Quindi, sí ad iniziative che vanno nella direzione della tutela dei lavoratori, ma occorre al contempo discutere di qualità dei CCNL e non del grado di rappresentatività dei soggetti stipulanti’.