Morosità nelle palazzine di via Siracusa: prima il taglio dell’acqua, poi l’accordo di rientro

La sottoscrizione di un piano di rientro in accordo con l’amministratore di condominio ha permesso la ripresa del servizio idrico. L’Assessore Andrea Guido tuona: ‘Non sanno cosa significa stare senza acqua!’.

La storia è sempre la stessa: non tutte le famiglie riescono a pagare regolarmente la propria quota parte di bolletta, soprattutto a causa della crisi. Ciò implica, a volte, il taglio dell’acqua a tutti, comprese le utenze commerciali dei locali del pian terreno e, soprattutto, famiglie che invece le bollette le pagano e non senza sacrifici. Scenario accaduto nuovamente nelle scorse ore presso le palazzine di via Siracusa. Per fortuna, però, grazie ad un accordo con l’amministratore di condominio ed alla sottoscrizione di un piano di rientro, l’erogazione del servizio di distribuzione di acqua potabile è successivamente ripartita. Eppure – come sottolineato da alcuni amministratori di condominio, in questi casi Arca Sud (ai sensi della Legge Regionale n.54 del 1984) dovrebbe farsi carico delle quote inevase degli inquilini morosi.

Nella fattispecie di oggi si tratta di palazzine che includono 61 appartamenti occupati da altrettante famiglie e 23 locali commerciali al piano terra di cui qualcuno è sfitto. Delle 61 famiglie appena 15 risultano morose. Ora, con il piano di rientro accordato, chi ha sempre pagato le bollette si caricherà anche l’onere di pagare per chi non lo ha mai fatto e che, probabilmente, non ha nessuna intenzione di farlo neanche in futuro. Queste famiglie, inoltre, pur di riavere l’acqua, pagheranno anche per i locali sfitti del pian terreno. Si tratta di un piano di rientro di ben 34.000 euro da versare in 18 mesi, pena una nuova sospensione dell’erogazione dell’acqua.

 “Cambia il nome dell’ente (da Istituto Autonomo Case Popolari ad ARCA SUD) ma la musica è sempre la stessa. E a pagarne le conseguenze sempre le stesse persone”, dichiara Andrea Guido, Assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, che prosegue: “Ma la Dott.ssa Zappatore e i dirigenti dell’ente hanno mai sperimentato cosa vuol dire al mattino rimanere senza l’acqua? Magari con qualche bimbo in casa che deve andare a scuola. O con qualche anziano con le sue problematiche o con qualcuno che ha diverse abilità e purtroppo ha particolari esigenze”.

Queste persone – continua – che si permettono con tanta facilità di permettere che vengano adottati provvedimenti di questo genere senza distinguere chi è nel torto e chi invece ha sempre pagato con regolarità e non senza sacrifici, questi alti dirigenti, mi chiedo, hanno mai provato cosa significa? Io immagino di no”.

Altrimenti – conclude – il loro atteggiamento fino ad ora sarebbe stato diverso. E avrebbero fatto tutto ciò che è in loro potere per assolvere agli obblighi in capo al loro ente e previsti dalla legge regionale”.



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