La ‘formula del successo’ i salentini l’hanno scoperta da tempo, da quando hanno capito che ‘per avere fortuna’ bastava valorizzare la propria cultura, le proprie tradizioni, il proprio patrimonio materiale e immateriale. Per fare un passo avanti era necessario farne uno indietro e riscoprire quanto di bello c’è nelle feste, nelle sagre, nei miti e nelle leggende, nei riti che sapevano mescolare senza mai confondere sacro e profano. Così è stato. Basta fare un giro d’estate nel Salento per scoprire una miriade di eventi che per chi ci vive sono semplici ‘revival’, ma per i turisti sono esperienze uniche ed eccezionali che nascono e si dissolvono dall’alba al tramonto, ma che cambiano, e trasformano un luogo, il volto di città che per una sera si veste a festa.
Come a Calimera, nel cuore della grecìa salentina, dove ogni anno si ripete la magia della «Festa dei Lampioni e de lu Cuturusciu», in occasione della ricorrenza di San Luigi Gonzaga.
Un appuntamento che mescola sacro e profano fissato, non a caso, a cavallo del solstizio d’estate, il giorno in cui il sole raggiunge il punto più settentrionale (cioè più alto rispetto all’orizzonte) nella sua corsa annuale nel cielo, regalando il massimo numero di ore di luce possibili.
Luci, colori e forme, la Festa dei Lampioni
Ed è proprio la luce la vera protagonista di questa suggestiva ricorrenza, promossa dalla Pro Loco Calimera, in collaborazione con il Comune di Calimera e con il patrocinio, tra gli altri, della Provincia di Lecce. Quella luce che illumina le lanterne, rigorosamente fatte a mano e con materiali poveri, regalando un’atmosfera unica e suggestiva che richiama, edizione dopo edizione, un numero sempre maggiore di persone.
Ogni stradina, ogni vicolo, ogni piazza o cortile del centro storico del comune grìco si trasformerà in un grande libro a cielo aperto da leggere con il naso all’insù, grazie a queste piccole ‘sculture’ realizzate nelle più svariante forme, dimensioni e colori.
Un’usanza che si tramanda fin dai tempi antichi, quando era una ‘consuetudine’ abbellire le strade con i “lampioni” realizzati con carta velina, canne di legno essiccate al sole, spago, fil di ferro e colla di farina, nei giorni in cui si festeggiavano Sant’Antonio da Padova e San Luigi Gonzaga: nascevano delle vere e proprie gare, tra strade, per realizzare il più grande, più bello e più originale.
Fede e memoria ruotano attorno a questa festa che regala ai visitatori la possibilità di rivivere una tradizione ricca di ricordi tramandati di padre in figlio, quella tradizione che tocca l’anima senza riserva alcuna.
L’appuntamento da segnare in rosso sul calendario è per martedì 20 e marcoledì 21 giugno, quando Piazza del Sole e le vie del centro storico saranno illuminate dai meravigliosi manufatti artistici, che creano vere e proprie scenografie colorate. I “lampioni” ripercorrono la storia in intere generazioni, a partire dagli anni Sessanta, quando si sono svolte le prime edizioni. Il tradizionale lumicino è stato sostituito oggi dalle luci a led, ma la magia sarà sempre la stessa.
…e de lu Cuturusciu
Luce, ma anche cibo grazie al “Cuturùsciu”, un tarallo morbido ottenuto dalla pasta del pane, condito con olio e pepe e poi portato a cuocere negli antichi forni del paese, inserito tra i Pat (Albo dei prodotti agroalimentari tipici).
E negli ingredienti dell’edizione numero 22, che apre l’estate salentina con un tripudio di colori bellissimi, non poteva mancare la musica. Oltre alla degustazione di prodotti tipici negli stand gastronomici e ad un mercatino di arte e artigianato, animeranno la manifestazione due concerti dal vivo. Aprirà le ‘danze’, martedì 20 giugno, alle 18, Canti, cunti e curti (che si ripeterà alla stessa ora il giorno seguente). Alle tocca agli Après la classe. Mercoledì 21, sarà la volta della Super Taranta Orchestra.
A fare da sfondo sempre loro, i “lampioni” realizzati grazie all’impengno di tante, tantissime persone che si dedicano a custodire e tramandare la tradizione”.