Tante edizioni e non mostrare neanche un segno del tempo: è il “segreto” della Notte della Taranta, uno degli appuntamenti più attesi dell’estate salentina. Anche quest’anno la magia si è ripetuta a Melpignano, dove migliaia di persone si sono date appuntamento all’ombra del convento degli Agostiniani per il concertone finale “immaginato” e diretto dal maestro concertatore Shablo. Una scommessa vinta, anche questa volta, a giudicare dai “pizzicati” si sono ritrovati nella splendida cornice regalata della piazza del piccolo comune della Grecia salentina, dove era stato allestito l’imponente palco per assistere allo spettacolo andato in scena, come da un quarto di secolo a questa parte, l’ultimo sabato d’agosto.
La ‘Notte della Taranta‘ è la notte dei salentini che hanno riscoperto la musica popolare, che hanno capito che non bisogna “tradire” il passato, che la “terra del rimorso” raccontata da Ernesto De Martino può essere “terra del riscatto”. Ma è anche la notte degli ‘stranieri’ che vogliono lasciarsi trascinare dalla tradizione. C’è chi è venuto da lontano, chi ha programmato le vacanze per non mancare a una serata di festa, di diventimento. Perché il Salento è mare, sole e spiaggia, ma anche eventi a cielo aperto, come quello di Melpignano che non è solo, non più, un momento per raccontare la storia locale, l’identità di un popolo, l’orgoglio di una terra che ha conquistato il mondo. Tutti presenti, ammaliati dalle luci delle luminarie, stregati dai suoni. Si canta i brani più toccanti e quelli più allegri, si balla fino ale prime luci dell’alba, si commenta lo spettacolo su cui è calato il sipario.
Un incredibile successo, quello di ieri sera, a conferma delle aspettative elevate che ormai da anni si creano attorno alla Notte della Taranta. Anche grazie agli ospiti, Angelina Mango, Gaia, Geolier e Ste, il concertone ha fatto esplodere il pubblico accorso da tutta Italia per assistere allo spettacolo che hanno svolto un ruolo fondamentale per il trascorrimento “tarantolato” della serata.
Quando la festa è iniziata è stato un crescendo. 32 brani in scaletta, chiusi come tradizione vuole da Kalinitta, l’immancabile brano del repertorio locale che ha fatto letteralmente esplodere la piazza. Una buonanotte che è solo un arrivederci, al prossimo anno.