Un confronto con il passato: a Lecce la mostra “Frammenti di Storia”, l’Italia analizzata dallo sguardo della Polizia scientifica

È stata inaugurata oggi la mostra “Frammenti di Storia. L’Italia attraverso le immagini e i sopralluoghi della Polizia Scientifica”, dedicata a Gaetano Fuso.

Più di un secolo di storia, dal 1903 a oggi, raccontato con gli occhi della polizia scientifica: è questo il tema della mostra “Frammenti di Storia. L’Italia attraverso le immagini e i sopralluoghi della Polizia Scientifica” che sarà possibile visitare a partire da oggi fino al 25 gennaio, dalle 9.00 alle 13.00, presso l’ex Convitto Palmieri, nella suggestiva atmosfera del Chiostro dello Scarambone.

Alcuni degli avvenimenti più importanti dell’ultimo secolo (dall’arresto di Mussolini a Berna nel 1902 agli sbarchi dei migranti a Lampedusa nel 2018) sono immortalati nei dettagli della minuziosa ricerca che connota il lavoro della Polizia Scientifica.

L’inaugurazione della mostra, che prevede una sezione dedicata al Salento, ha avuto inizio alle ore 11,30. La sala gremita ha ospitato il Questore di Lecce, Leopoldo Laricchia, il Prefetto Ennio Mario Sodano, in veste di sindaco provvisorio, il Direttore del Servizio Centrale di Polizia Scientifica Fausto Lamparelli, il medico e scrittore Piero Grima e Giuseppe Pascali, scrittore e giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Le parole del Questore, in apertura, hanno descritto l’importanza del connubio tra l’attività di polizia e il metodo scientifico applicato alle indagini, sottolineando come le tecnologie di ultima generazione rappresentino una risorsa indispensabile nell’investigazione e come, attraverso l’esposizione della mostra in tutta Italia e in particolar modo nella scuole, si invitino le nuove generazioni, i ragazzi, quelli che saranno il futuro di questo Paese, a riflettere su quello che la Storia ci ha insegnato.

Lo stesso monito viene anche da Fausto Lamparelli: ogni pannello ricorda un episodio che, per quanto tragico e doloroso, si imprime nella memoria collettiva e deve essere ricordato. Attraverso un excursus storico sulla nascita e lo sviluppo della Polizia Scientifica, Lamparelli illustra i benefici apportati all’investigazione dal Moving Lab, Afis, SARI (sistema automatico riconoscimento immagini) e Nemesi, tecnologie avanzate utili all’analisi della scena del crimine. Ma, sostiene Lamparelli, è soprattutto il “nostro capitale umano”, fatto di architetti, ingegneri, chimici e fisici, a costituire un’impareggiabile risorsa.

Il riconoscimento della rilevanza della componente umana nelle attività investigative è espresso dalla dedica della mostra a Gaetano Fuso, poliziotto salentino di 42 anni, Assistente Capo della Polizia di Stato, in quiescenza dal 2014 a causa della SLA, che ha ottenuto nel 2017 il riconoscimento per “atti di eroismo e impegno nella solidarietà”. Gaetano Fuso, presente in sala, porta avanti con coraggio “Io posso”, progetto nato per abbattere gli ostacoli che impediscono, a chi è affetto da disabilità, di migliorare la propria qualità della vita.

“Io posso” è la frase che Gaetano ha voluto davanti al proprio letto, è il motto di chi non si arrende, di chi ogni giorno lotta per vincere la malattia.



In questo articolo: