«Non diciamo no alla Tap, ma no alla Tap a San Foca»: Stefano risponde a Renzi

Il premier a Bari per l’inaugurazione della Fiera del Levante ha incontrato i Sindaci salentini, partiti da Lecce per manifestare la loro contrarietà al progetto Tap . La posizione di Renzi è chiara: spetta ai primi cittadiniil compito di trovare un approdo alternativo a San Foca

Era stata annunciata e c’è stata. La «marcia su Bari» dei sindaci del Salento, capeggiati dal primo cittadino di Melendugno, Marco Potì, contro il gasdotto della Trans Adriatic Pipeline che dovrebbe portare anzi porterà il gas naturale dall'Azerbaijan in Europa passando per San Foca ha raggiunto il suo obiettivo: se l’intento, infatti, era quello di essere ascoltati, i primi cittadini possono dirsi soddisfatti anche se, ad onor del vero, la strada è sempre più lunga e difficile da percorrere. Il presidente del Consiglio, terminata la cerimonia inaugurale della Fiera del Levante, ha incontrato una delegazione dei Sindaci partiti questa mattina da Lecce alla volta del capoluogo pugliese proprio per manifestare il dissenso di un intero territorio contro il progetto, ma già durante il suo discorso aveva toccato l’argomento «Siamo sempre pronti a discutere di tutto – aveva detto il premier –ho rispetto per il coraggio di chi dice no ma chi dice no non può dire stop. I cittadini hanno il diritto di vedere realizzate le opere che servono»

«Sul Gasdotto Tap, il presidente del Consiglio è molto determinato ad andare avanti, ma chiede a noi Sindaci di trovare una soluzione alternativa all'approdo a San Foca – ha detto il primo cittadino di Vernole, Luca De Carlo a conclusione dell'incontro – per noi potrebbe non farsi proprio il gasdotto, ma Renzi ci ha chiesto di trovare una soluzione alternativa e io da domani mi piazzo in regione con questo obiettivo».

A schierarsi con i no-Tap è stato anche il governatore della Puglia, Nichi Vendola. Le sue parole sono state a lungo applaudite in sala «non è la 'sindrome di Nimby' che spinge tutto il Salento a difendere un sito di pregio naturalistico, paesistico ed archeologico, in cui si prevede di portare il tubo di un gasdotto: e se il Ministero dei Beni Culturali stila un parere negativo su Tap, vuol dire che non stiamo discutendo di pregiudizi ideologici ma di giudizi scientifici –ha detto il leader di Sel – sappiamo dire i sì che aprono al futuro non quelli che ci ripiombano nei fasti e nei nefasti di un passato in cui siamo stati considerati terra da colonizzare, discarica a disposizione, una capanna dello zio Tom dove per quattro soldi si comprano pure la nostra dignità».

Alla Fiera del Levante, con i sindaci che hanno consegnato al Presidente Renzi le 40 delibere per motivare il NO all'approdo del gasdotto c’era anche Dario Stefàno, candidato alle primarie del centrosinistra pugliese che ha voluto precisare un punto «Presidente Renzi noi non diciamo no alla TAP, ma no alla TAP a San Foca. Lo diciamo senza barricate esercitando un potere assegnato dalla legge alla Regione e avvalendoci di motivazioni tecniche robuste. Il rilevante valore paesaggistico dell’area di San Foca – si legge nella nota – costituisce "un quadro panoramico di eccezionale importanza"  così si è espresso  il Ministero dei Beni culturali, così si era espressa la Regione Puglia, così si è espressa un’intera comunità, motivando tecnicamente e senza pregiudizi il proprio no all’approdo a San Foca».

«Si corregga la rotta – conclude Stefano – imboccando la strada che tenga insieme “l’alta strategicità” del progetto con l’altissima valenza paesaggistica e naturale di un’area che nel turismo e nello sviluppo sostenibile ha il proprio futuro. Intesa è la parola chiave: quella prevista dal DPR 327/2001 che prevede che l'atto conclusivo del procedimento sia adottato d'intesa con la Regioni nel rispetto dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione. La decisione finale spetta al Governo nazionale, ci attendiamo un atto di grande responsabilità».