Criminalità in Puglia, audizione del Procuratore Motta. Congedo: ‘la politica deve fare la sua parte’

Importante audizione del procuratore distrettuale di Lecce, Cataldo Motta, questa mattina nella Settima commissione. Il presidente Congedo ‘la lotta alla criminalità è un tema sul quale la politica non può dividersi’

Il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta è intervenuto questa mattina a Bari alla riunione della settima commissione del consiglio regionale chiamata a vagliare le proposte di legge d'istituzione di una 'Commissione d'indagine e di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nel territorio regionale e in particolare sul cosiddetto fenomeno eco-mafioso' e quella di istituire una 'Commissione speciale di studio e di indagine per la promozione della cultura della legalità ed il contrasto a forme di attività corruttiva’.
 
Come ha spiegato il magistrato, nemico numero uno della mafia pugliese, la criminalità organizzata sta ‘abbandonando’ i metodi violenti un po’ vecchio stampo per cercare di radicarsi sul territorio, ottenendo il consenso sociale. La cosa grave è che ci stanno riuscendo. Lo aveva spiegato anche in una delle tante conferenze stampa all’indomani di importanti operazioni delle forze dell’ordine Anche nel Salento, la mafia ha deciso di adottare il cosiddetto «modello Provenzano», la strategia dell’inabissamento delle attività criminali, quella silenziosa, fatta di una fitta rete di relazioni, di affari milionari gestiti nell’ombra. È la strategia, meno cruenta, ma più efficace del «calati giunco che la piena deve passare», un vecchio proverbio siciliano che Zu Binnu ha trasformato in un modus operandi dopo la ferocia degli anni '90, quando la linea d'azione messa in pratica da Totò Riina, decisamente più «stragista» aveva fatto spargere fiumi di sangue. Così, all’esterno i boss appaiono addirittura come benefattori: danno prestiti a fondo perduto a chi è in difficoltà, procurano lavoro, in alcuni casi addirittura sono le stesse vittime a offrire ‘spontaneamente’ denaro e cadeau ai boss. Si ‘occupano’ di sport e non solo.
 
Per questo, secondo Motta è necessario privilegiare la logica preventiva a quella della repressione. Da qui la richiesta di "unificare ed integrare le due proposte di legge, creando un'unica Commissione d'inchiesta".
 
Come sottolineato anche dal presidente della VII Commissione, Erio Congedo «il tema della legalità e del contrasto alle attività criminali non può e non deve essere delegato esclusivamente al meritorio lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine», ma tutti devono fare la propria parte, a cominciare dalla politica. Secondo Congedo – soddisfatto per come stanno procedendo i lavori della Commissione che nelle prossime sedute vedrà anche l’audizione del procuratore distrettuale di Bari, Dr. Giuseppe Volpe, e dei presidenti delle sei Camere penali pugliesi –  nella lotta alla criminalità, l’unità non solo è indispensabile, ma deve essere visibile. 
 
L’obiettivo è quello di avviare un percorso che porti all’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio regionale, di promozione della cultura della legalità e del contrasto a forme corruttive.
 
«Confido ­– conclude il presidente della VII Commissione – nell’atteggiamento di grande equilibrio che tutti i colleghi e tutti i gruppi politici vorranno tenere, al fine di dimostrare un fronte monolitico di tutta l’Istituzione regionale contro il crimine e ogni forma di illegalità. Atteggiamenti diversi svilirebbero il lavoro dell’intera Commissione e, soprattutto, non valorizzerebbero come merita la disponibilità alla collaborazione che personalità del livello del Dr. Motta hanno inteso offrire con il loro prezioso contributo all’istituzione regionale e alla comunità pugliese».



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