Mario Desiati ospite della Fondazione Palmieri. Presentato il libro ‘Candore’

L’autore ha presentato il volume nel corso di un incontro organizzato dalla Libreria Palmieri di Lecce e dall’associazione culturale Festinamente. Con lui hanno dialogato Marcella Rizzo e Carlo Ciardo, mentre alcuni brani sono stati letti dall’attore Claudio Madoglio

-Pensi che sono un maniaco?- continuai.
-Per il porno? Guarda che anch’io li guardo.
I brividi si placarono, Luisa non sapeva a cosa mi stava sottoponendo con questa confessione. -Sai quante volte mi sono toccato immaginandoti?
-Non me lo dire, ti prego-. E scosse la testa come se avesse visto qualcosa di ripugnante.
– Tu sei come KristiMyst.
-No, non te ne venire con i tuoi cataloghi autistici, capito?  E poi tutti ci tocchiamo.
-Anche tu?- incalzai con tono implorante
-Dai, lasciami perdere, godiamoci la luna.
-Raccontami una storia, almeno una.
-Per farti una sega?
-No, perché ti amo.
Luisa rise fortissimo.-Ancora con questo ti amo.
  
Mario Desiati “Candore” edizioni Einaudi.
  
Martino Bux, parla con Luisa. È un dialogo surreale ed incantato, una disarmante ingenuità pervade il protagonista, folgorato in un cinema a luci rosse di un paese salentino durante il servizio militare, un’iniziazione tra vespasiani che accompagnerà il suo viaggio. La pornografia sarà la sua stella polare che lo condurrà a Roma, iscritto per finta a Legge, in realtà frequentatore onnivoro del mondo pornografico vagheggiato, patinato, agognato, desiderato. Sospeso tra il giudizio moralistico e il voyeurismo, Martino non sa liberarsi dal desiderio. È schiavo del desiderare a tal punto da non riuscire a vivere.
  
Ho ascoltato Mario Desiati durante la presentazione di “Candore” alla Fondazione Palmieri, incontro organizzato dalla Libreria Palmieri di Lecce e dall’associazione culturale Festinamente. Con l’autore hanno dialogato Marcella Rizzo e Carlo Ciardo, mentre alcuni brani sono stati letti dall’attore Claudio Madoglio.
  
L’autore ci ha narrato, attraverso digressioni autobiografiche, la genesi del romanzo, partito dieci anni fa dai capanelli intorno ad un distributore di caffè, dove si intratteneva narrando  la passione e la frequentazione con il mondo a luci rosse.
  
Ed è un viaggio che attraversa i ricordi, un catalogo di trent’anni di storia del proibito, tra Odeon di provincia, che sanno di goliardia ormonale, fino ai privè, ai movie più stremi dell’underground romano. Roma è la città del proibito dove il sesso non è spiattellato ed evidente, dove i sexy shop fanno affari durante il Giubileo, dove bisogna essere iniziati ai circuiti degli scambi piuttosto che dei bondage. Roma è la città dove ogni luogo è lo spazio scenico del porno, un garage come piazzale Ostiense, con la Piramide Cestia che si trasforma in un immenso fallo totemico.
  
E a Roma il protagonista trascorre la sua vita tra lavoretti saltuari e peregrinazioni, creando una mappa e fantasticando su tante donne sublimate in fermo immagine che non deteriorano il sogno di sposare una pornostar vestita di bianco. Non è un libro erotico “Candore”, tutt’altro: è un libro bianco. Il protagonista è autistico, snocciola come conoscenze dirette e personali decine di nomi di vere porno star, è incapace di consumare nella vita ciò che sublima con il desiderio, è la sospensione cristallizzata di una fame mai appagata, è affezionato al suo sogno romantico. Ironico non irriverente paragona Rocco Siffredi a Pasolini nella ricerca verace di comparse carnali per i suoi film, ma non è il brulichio delle borgate il coro sullo sfondo: tutti viaggiano nella giostra del sesso, tutti viagraaddict “scopano” e consumano. Tutti tranne lui. Lo specchio di una generazione. Ahimè!
  
Maria Agostinacchio



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